Avezzano. Fondata nel 1985 ad Avezzano, l’Associazione Marsicana Produttori Patate (AMPP) celebra quarant’anni di attività a sostegno della filiera pataticola del Fucino. Il direttore storico dell’Associazione, Sante Del Corvo, ripercorre una storia fatta di cooperazione, visione e impegno quotidiano per il territorio.
Direttore, l’AMPP compie 40 anni: che significato ha questo traguardo?
È un traguardo che parla di tenacia, di coesione e di visione. L’AMPP è nata da una necessità concreta: tutelare e valorizzare il lavoro dei produttori di patate del Fucino. In questi quattro decenni abbiamo attraversato crisi, trasformazioni, ma anche grandi conquiste, sempre al fianco dei nostri soci.
Quali sono stati, secondo lei, i momenti più significativi di questo lungo percorso?
La firma dell’accordo interprofessionale del 1989 per la trasformazione industriale, primo in Italia e successivamente adottato anche da altre organizzazioni. E ancora la gestione diretta degli impianti di stoccaggio: un passo decisivo verso l’autonomia
L’associazione ha affrontato anche momenti di crisi…
Eccome. La messa in liquidazione del Consorzio delle Cooperative della Marsica fu uno choc per tutto il sistema locale.Ma è proprio da quella crisi che è nata una nuova fase: più responsabilità, più progettualità. L’ AMPP ha saputo riorganizzare e rilanciare la pataticoltura fucense.
Oggi l’AMPP è riconosciuta come realtà leader nel panorama nazionale. Come ci siete arrivati?
Con tanto lavoro quotidiano, competenze tecniche e spirito cooperativo. Abbiamo creduto nella ricerca, nella sperimentazione, nella formazione e nella promozione.
L’AMPP ha avuto un ruolo centrale anche nel riconoscimento della Patata del Fucino IGP…
Esatto. Abbiamo lavorato su tracciabilità, qualità, comunicazione. Il marchio IGP ha dato visibilità nazionale al prodotto e ha rafforzato la nostra identità territoriale.
E recentemente avete ottenuto anche un risultato importante in ambito scientifico.
Sì, un brevetto che riconosce alle patate coltivate dall’AMPP nel Fucino di essere “fonte di fosforo”. Un riconoscimento che certifica anche il valore salutistico del nostro prodotto, oltre a quello economico e ambientale.
Come guarda al futuro l’associazione?
Con realismo e ambizione. Il settore è sempre più complesso: cambiamenti climatici, concorrenza internazionale, sostenibilità. Ma abbiamo le competenze, le strutture e le persone per affrontarlo. Il futuro dell’AMPP è nelle mani delle nuove generazioni di agricoltori, ma le radici sono solide.
Un messaggio finale per i soci e il territorio?
Il nostro grazie va a tutti coloro che hanno costruito, con fatica e fiducia, questi 40 anni. Ai produttori, ai tecnici, al personale, alle istituzioni che ci hanno sostenuto. Ma soprattutto, ai giovani che erediteranno questa realtà. L’AMPP non è solo un’associazione agricola: è una comunità che ha scelto di crescere insieme.