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Dagli errori giudiziari al braccio della morte: la pena capitale al centro del dibattito leccese

Antonio Salvi di Antonio Salvi
28 Novembre 2015
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Lecce nei Marsi. Si è tenuto questa mattina, nella casa della cultura “Luana Spallone” della cittadina fucense, il convegno promosso dalla comunità di Sant’Egidio sulla moratoria internazionale per l’abolizione della pena di morte. Il convegno è stato organizzato in occasione delle celebrazioni per la giornata mondiale delle città per la vita e contro la pena di morte, che si tiene il 30 novembre di ogni anno, rappresentando la più grande mobilitazione contemporanea planetaria in favore di una più alta e civile forma di giustizia, per la definitiva rinuncia alla pena capitale. 20151128_121537Erano presenti: il sindaco del Comune di Lecce nei Marsi, Gianluca De Angelis; in rappresentanza della direzione della casa circondariale di Avezzano, l’ispettore della polizia penitenziaria nonché primo cittadino di Pescina, Stefano Iulianella; per la comunità di Sant’Egidio, Fabio Gui; il presidente della comunità del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Di Santo; il presidente del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Carrara; i professori Andrea Bollini e Maria Gigli; il testimonial per la vita, Curtis Edward McCarty. Hanno partecipato all’iniziativa anche gli alunni dell’istituto comprensivo “San Giovanni Bosco” di Lecce nei Marsi, Gioia dei Marsi e Ortucchio. Presente anche la junior band “I Leoncini d’Abruzzo”, diretta dal maestro Mariano Filippetti. “La violenza genera altra violenza. Chi ha commesso un reato, anche molto grave, deve essere recuperato e non punito attraverso la pena di morte, perché la vita è una sola e questa unicità la rende sacra e intoccabile”, ha commentato il sindaco De Angelis, in apertura dell’appassionante convegno. “Bisogna provvedere alla rieducazione e alla risocializzazione del condannato, perché è necessario aprire alla realtà esterna la comunità carceraria”, ha spiegato il primo cittadino Iulianella. “Il Governo statunitense legittima la pena capitale, per soddisfare le vittime e i loro familiari. Non riesco a descrivere quanto io sia felice di essere ancora vivo”, è l’incredibile storia e la didascalica testimonianza di Curtis Edward McCarty, vittima di un clamoroso e inaccettabile errore giudiziario:20151128_122346 il 124esimo condannato a morte ad essere liberato dopo essere stato riconosciuto innocente. Un uomo che ha trascorso in carcere quasi ventidue anni della sua vita (negli Usa, in Oklahoma), di cui diciannove nel braccio della morte, per un crimine che non aveva mai commesso. Grazie all’intervento dell’associazione “Innocence project”, che riuscì a far sottoporre McCarty al test del dna, egli venne poi definitivamente scagionato e rilasciato l’11 maggio 2007. Tra i temi trattati anche la legislazione italiana, con puntuali riferimenti alla normativa settoriale: la pena di morte è stata abolita dall’articolo 27, comma 4, della nostra Costituzione – per i reati comuni e per i reati militari commessi in tempo di pace – ex decreto legislativo luogotenenziale numero 224 del 1944 e ai sensi del decreto legislativo numero 21 del 1948. La legge numero 589 del 1994 ne ha disposto l’abolizione anche dal codice penale militare di guerra e dalle leggi militari di guerra. L’articolo 1 della legge costituzionale numero 1 del 2007 ha soppresso – all’articolo 27, comma 4, della nostra Costituzione – anche le parole “se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra”. L’incontro si è concluso con una breve trattazione sulla politica estera italiana che si è sempre contraddistinta, con il supporto dei Parlamenti nazionale ed europeo, a sostegno della moratoria internazionale – nell’ambito dell’Onu – per l’abolizione della pena capitale. I dati (preoccupanti) di “Amnesty international” sulle esecuzioni nel mondo ci rivelano che, a fronte di un crescente numero di Stati abolizionisti, purtroppo sono ancora tanti i Paesi mantenitori della barbarie della pena di morte. Antonio Salvi

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