Collelongo. “Non è certamente una nuova forma di campeggio quella che oggi riscontriamo a Collelongo in località via Casaline. La struttura sorta negli anni 90, opera incompiuta come del resto molte in quell’epoca, doveva ospitare giovani marmotte, boy scout e picnic all’aperto, è invece diventata da alcuni anni ricovero di ovini e caprini. Sarebbe da comprendere come mai, da parte della ASL, in sede di controlli non vengano alla luce criticità igienico sanitarie vista la mancanza di elettricità, rete fognante, scarico dei liquami e le condizioni basilari per il benessere animale. Due codici stalla per un unico gregge, ricoverato nella stessa struttura peraltro abusivamente. L’occupazione in piena regola va avanti da diversi anni e nelle passate amministrazioni non ha trovato alcuna opposizione”. Così il vice sindaco di Collelongo Valerio Negri.
“Da alcuni mesi”, continua, “sono riuscito a far emettere ordinanza di sgombero verso un’occupazione procrastinata nel tempo, l’auspicio è che la legge faccia il suo corso in tempi rapidi per ridare alla comunità un bene reso squallido e deturpato. La zona circostante, compresa la strada di accesso all’immobile, fino a prima dell’occupazione erano frequentate per passeggiate, trekking e giri in Montan Bike. La presenza di cani scoraggia quanti vogliano percorrere quel tratto di strada rinunciando di fatto ad una zona bella e soleggiata”.
“Se poi aggiungiamo”, conclude il vicesindaco, “che l’amministrazione deve far ricorso all’affitto di locali per la rimessa dei propri mezzi con un esborso di circa 2000 euro annue, lasciare che strutture pubbliche vengano occupate abusivamente diventa anche danno erariale. Da alcuni mesi in paese si è venuta a creare una Cooperativa di Comunità, il recupero della struttura si potrebbe rivelare una buona possibilità per l’inizio di una nuova forma di crescita sostenibile dei nostri territori. E’ tempo che i malintenzionati comprendano che, anche se piccola, la nostra comunità non tollererà più soprusi di ogni genere. I nostri predecessori hanno dato lacrime di sudore su quei terreni troppe volte violati, divenuti in alcuni casi discariche abusive”.