 Celano. Sarà presentato domenica 31 luglio alle 18.00 presso la sala conferenze dell’Auditorium E. Fermi di Celano “Cumma facev mamma sapori,profumi…ricordi”, il libro di Teresa Lucia Ciaccia. Una mamma, una cuoca e un’amante dei sapori delle tavole di una volta, la celanese Teresa, meglio conosciuta nella realtà marsicana come Pupa, ha raccolto nel suo scritto ricette molto semplici e genuine, dai primi ai dolci, che raccontano la nostra tradizione. Un modo per far conoscere anche alle nuove generazioni i piatti del nostro territorio. Sarà possibile acquistare “Cumma facev mamma” nelle librerie, edicole e tabaccherie di Celano.
Celano. Sarà presentato domenica 31 luglio alle 18.00 presso la sala conferenze dell’Auditorium E. Fermi di Celano “Cumma facev mamma sapori,profumi…ricordi”, il libro di Teresa Lucia Ciaccia. Una mamma, una cuoca e un’amante dei sapori delle tavole di una volta, la celanese Teresa, meglio conosciuta nella realtà marsicana come Pupa, ha raccolto nel suo scritto ricette molto semplici e genuine, dai primi ai dolci, che raccontano la nostra tradizione. Un modo per far conoscere anche alle nuove generazioni i piatti del nostro territorio. Sarà possibile acquistare “Cumma facev mamma” nelle librerie, edicole e tabaccherie di Celano.
Come è nata l’idea di raccontare la sua cucina passando per le tradizioni di Celano e le esperienze della sua vita?
L’idea è nata quasi per caso, come spesso accade. In occasione del matrimonio di mia figlia ho trascritto per lei qualche ricetta di quelle familiari, le più preziose per me, e mi sono accorta che mi sarebbe piaciuto che lei avesse, insieme alla ricetta, la conoscenza di tutto ciò che ruota intorno alla preparazione di un piatto, che non può ridursi solo a un elenco di ingredienti e dosi. Un piatto ben cucinato è molto, molto di più. Da lì è nata l’idea di raccogliere le ricette della nostra cucina più tradizionale per far sì che esse non vadano perdute ma entrino a far parte di nuovo dei nostri menu quotidiani.
Perché questo titolo “Cumma facev mamm?”
Il titolo è un omaggio al modo di cucinare delle nostre mamme. Penso che ognuna di noi dovrebbe augurarsi di saper cucinare come loro: quella generazione di mamme, nonne, zie, che hanno fatto della cucina un luogo di amorevole cura e dedizione verso la famiglia.
Un racconto di cucina sana e genuina nato per gioco. Si aspettava ne sarebbe venuto fuori un libro?
All’inizio mi sembrava, in effetti, un’idea un po’ ambiziosa. Ma quando ho iniziato a realizzare che le ricette erano tante e ognuna mi sembrava avere una certa importanza e quando anche i ricordi, i sapori, i profumi della mia infanzia hanno cominciato a prendere forma, mi sono detta: ‘si, è il momento giusto!’
La sua famiglia come ha vissuto l’idea di una mamma che parla di sé in un libro? L’hanno subito sostenuta in questo progetto? Quando è nata la sua passione per la cucina?
La mia famiglia mi ha aiutata tantissimo! Prima di tutto con il sostegno e l’incoraggiamento: loro sanno che la cucina è la mia passione da sempre e l’idea del libro inizialmente li divertiva. Quando poi l’idea ha preso forma, si sono adoperati fattivamente nella collaborazione: mi hanno aiutata a impaginare, sistemare, arricchire il libro con disegni… Ognuno ha dato la sua buona mano per terminare il lavoro nel modo migliore.
Quale è l’episodio che più ricorda con piacere tra i fornelli?
I miei ricordi più belli in cucina riguardano la preparazione della pasta all’uovo. Fin da piccola mi affascinava molto il rituale con cui mia madre e mia zia preparavano tutto l’occorrente: impastavano, assottigliavano quella enorme sfoglia….
Si sente sempre più spesso dire ‘non ci sono più le mamme di una volta’. Ormai si punta a piatti veloci, già preparati, surgelati. Con questo libro, invece, emerge l’immagine di una mamma attenta ai sapori e ai profumi della buona cucina. Quali erano i piatti che con amore preparava per i suoi figli? E quali valori ha trasmesso loro attraverso i suoi piatti?
E’ vero che oggi il tempo da dedicare alla cucina è sempre più limitato, ma sono convinta che organizzando un po’ il lavoro e ottimizzando i tempi si possono avere buoni risultati e grandi soddisfazioni. Stando molto in casa ho avuto modo di curare in prima persona i menù quotidiani della famiglia, dilettandomi anche nel preparare dolcetti vari per tutte le occasioni. Spero di aver trasmesso loro il rispetto di ogni cibo e ogni piatto.
Quale è la sua ricetta preferita? Un piatto che consiglierebbe a tutti di provare almeno una volta nella vita?
La mia ricetta preferita, che è anche il piatto che secondo me ognuno dovrebbe assaggiare almeno una volta, è la lasagna con le polpettine. E’ un piatto molto ricco, fa parte dei pranzi importanti di ogni famiglia celanese. Come ‘timballo’ è conosciuto in molte regioni, ma qui a Celano è ‘la sagna’, una preparazione molto lunga ed elaborata, con un ricco ripieno fatto di piccole polpette tutte uguali, mozzarella e… il resto nel libro.
Qui a Celano è conosciuta come Pupa. Come nasce questo soprannome?
Vero, tutti mi conoscono con il nome di Pupa. C’è una lunga storia familiare dietro al cambiamento dal bel nome Teresa Lucia a Pupa. Dico solo che hanno cominciato a chiamarmi così da piccolissima, tanto che anche le persone più vicine a me devono sforzarsi di ricordare che Teresa Lucia sono io.
In questo libro si ripercorrono anche le antiche ricette di Celano e dei piatti che le nonne hanno tramandato di generazione in generazione. Quale riscontro si aspetta dai celanesi?
Io vorrei che arrivasse il messaggio di cui ho parlato prima: un omaggio a chi negli anni ha avuto cura della famiglia, spesso con sacrificio, riuscendo con poco a riempire i piatti per rinfrancare, tramite il cibo, il corpo ma anche lo spirito di chi era impegnato nel pesante lavoro del Fucino.
@baldaroberta

 
			 
    	 
			







