Celano. Cadono un terzo dei capi d’accusa nei confronti di 31 tra amministratori, imprenditori e dipendenti pubblici coinvolti nel febbraio del 2021 nell’inchiesta “Acqua fresca”. Ieri pomeriggio il gup, Daria Lombardi, ha pronunciato la sentenza fissando al 19 settembre la prima udienza della fase dibattimentale del processo.
Degli indagati, tra cui il sindaco Settimio Santilli e l’ex parlamentare Filippo Piccone, (che vennero anche arrestati insieme ad altri sei), finiscono sotto processo, ma per reati minori rispetto a quelli per i quali erano inizialmente accusati – Luigi Aratari, Giampiero Attili, Fabrizia Aveani, Nazzareno Caferra, Erica Cerasani, Ezio Ciciotti, Federico D’Aulerio, Daniela Di Censo, Franco Felli, Carmine John Lastella, Giovanni Maceroni, Maria Concetta Marchione, Barbara Marianetti, Goffredo Mascitti, Valeria Pacchiotta, Andrea Pandolfi, Livio Paris, Sante Rossi, Daniela Santilli, Vincenzo Santilli, Valter Angelo Specchio, Claudia Stornelli, Roberto Tonelli e Lucio Zazzara – e sette vengono assolti con formula piena: Selvaggia Iannotti, Fabrizio Confortini, Francesco Stornelli, Luca Piccirillo e Sergio Rossi.
Cade l’accusa di peculato, quella che era alla base secondo l’accusa del “sistema Celano”, cadono diverse accuse per falso, corruzione per induzione indebita, turbativa d’asta e turbata libertà di scelta sia per gli amministratori, o ex, sia per gli imprenditori e i dipendenti coinvolti. Per Piccone e Santilli restano in piedi rispettivamente otto e cinque capi d’accusa tra cui turbativa d’asta relativa alla riqualificazione dei rioni Muricelle, Stazione, Tribuna e Vaschette (per l’ex parlamentare), turbativa relativa alla selezione dei professionisti e falso per gli atti relativi ai fondi alla società sportiva e a un premio letterario (per l’attuale primo cittadino).