Avezzano. Crisi Presider, i sindacati scrivono al prefetto. In una nota congiunta Fiom-Fim-Uilm hanno chiesto l’intervento del prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, per intervenire sulla vertenza della storica fabbrica della famiglia Lombardi in cattive acque. “Senza doverle rinnovare il triste elenco delle crisi nella nostra Provincia”, ha scritto Antonello Tangredi, segretario di Fim-Cisl, a nome delle tre sigle, “le chiedo la disponibilità ad un incontro, per affrontare insieme la crisi industriale che ha investito e devastato una delle maggiori aziende nel settore dell’acciaio, non solo della provincia, ma del centro-sud dell’Italia: la Presider. Non c’è, come in tantissime altre situazioni, una vertenza, ovvero, una contrapposizione fra interessi diversi; vi è, più semplicemente e drammaticamente, “l’affondamento” quasi improvviso di una delle più floride aziende del Nostro Paese. Alla fine di novembre u.s., dopo, tuttavia, il ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari, non è bastata la caparbietà della proprietà che, pur di salvare il salvabile, ha impegnato davvero “se stessa”, ad evitare che, in un incontro chiesto dalle scriventi, la Direzione aziendale, abbia dovuto illustrare la drammaticità della situazione finanziaria, figlia della crisi che ha eroso il mercato di riferimento. Come sempre, ci siamo attivati e abbiamo rendicontato i lavoratori nelle assemblee, cercando di non creare ulteriore paura per il futuro delle loro famiglie. In alternativa alla messa in mobilità di tutti i lavoratori, proposta per il tramite di Confindustria l’Aquila (tanto è grave la situazione !!), abbiamo proposto e ottenuto, tramite accordo in sede di Assessorato alle Politiche attive della Provincia di l’Aquila, 1 anno di C.I.G.S. (fino al mese di dicembre 2014) ma, immagina sicuramente, quanto sia funesto l’umore dei dipendenti e come sia inverosimile la loro situazione, dopo tanti anni di prosperità. I lavoratori, non riceveranno, prima di 4 mesi l’indennità di C.I.G.S. e, nemmeno potranno contare su anticipi del T.F.R., perché l’azienda non ha più risorse. Chi può, sta richiedendo, per poter campare, i soldi ai fondi di previdenza complementare ma, anche in questo caso, i loro risparmi, non saranno erogati prima di 75 giorni: è un dramma. Nel frattempo, la Direzione aziendale ha proposto la domanda di concordato preventivo presso il Tribunale di Avezzano ma, i tempi, come sa, saranno lunghi. Per concludere, la nostra richiesta d’incontro, è finalizzata all’ottenimento, per il suo tramite, di un possibile tavolo presso il ministero dello Sviluppo Economico, in quanto riteniamo che, quest’azienda, con il giusto interessamento del ministro, potrebbe trovare le giuste alleanze industriali e finanziarie, tali da permetterle di continuare l’attività lavorativa, già durante la vigenza dell’anno di cassa integrazione”.