Avezzano. Carote, patate, radicchio e altri ortaggi che, altrimenti, sarebbero destinati al macero, verranno donati alla Diocesi di Avezzano per destinarli alle famiglie più bisognose. E’ quello che faranno domani gli agricoltori fucensi di Coldiretti nell’ambito di una campagna orticola particolarmente difficile, che non si sta distinguendo per i risultati economici. Una profonda crisi che, anche a causa delle conseguenze del Covid19, si sintetizza in poche parole: diminuzione dei prezzi all’origine e mancata collocazione sul mercato con una conseguente diminuzione del reddito degli agricoltori.
Il calo dei prezzi al produttore non permette il giusto riconoscimento del mercato e rende letteralmente inutile il lavoro di mesi con diminuzioni anche superiori al 50% rispetto allo stesso prezzo praticato sulla piazza nello stesso periodo dello scorso anno. Alcuni dati per capire la situazione: le patate, con particolare riferimento alla varietà Agata (precoce) si aggirano tra 0,12 a 0,15 euro/kg contro i 0,27 euro/kg dello scorso anno; le carote sono vendute tra 0,15 a 0,18 euro/kg contro lo 0,25 del 2019; sui finocchi viene praticato un prezzo di 0,20 euro/kg contro lo 0,40 euro/kg della scorsa campagna. E per finire il radicchio (tipo Chioggia): 0,25 euro/kg contro 0,80 euro/kg del 2019 con una riduzione di oltre il 70% per cento.
“Un quadro di questo tipo è drammaticamente desolante per chi si è impegnato a produrre nel corso di questa triste e angosciante primavera 2020”, dice Angelo Giommo, presidente Coldiretti dell’Aquila, “tra molte difficoltà, i produttori hanno continuato a lavorare in piena emergenza sanitaria con rischi, sforzi e maggiori oneri sostenuti. Tuttavia le prospettive immediate di futuro appaiono desolanti e preoccupanti. E’ necessario approfondire meglio le ragioni di questa situazione affinché si possano trovare le soluzioni o le azioni di miglioramento”.
Una situazione difficile. “Con riferimento alle patate che vengono raccolte in questo periodo, è innegabile che la maggiore produzione di questo tubero, con particolare riferimento alla varietà precoce Agata, non sia stata dettata solo dal clima ma dall’esigenza di sopperire alla carenza di manodopera che c’è stata in primavera con il mancato arrivo dei lavoratori stagionali e la conseguente scelta di preferire un prodotto che richiede meno lavorazione”, aggiunge il presidente, “d’altra parte, questa varietà di patata necessita, più delle altre, di essere stoccata in celle frigo e i produttori che non dispongono di questi impianti, gioco forza, si ritrovano ora a dover soggiacere ai prezzi imposti dagli intermediari che acquistano”.
Secondo Coldiretti, a pesare è una filiera distorta che separa produttori e consumatori ed è costituita, non solo dalla grande distribuzione, ma da tanti piccoli e grandi commercianti che dettano il prezzo in funzione di un’offerta che allo stato attuale è difficilmente gestibile. “C’è un mondo che sta in mezzo, tra produzione e consumo”, dice Giommo, “un mondo che, per un vantaggio immediato ma di fatto penalizzando anche se stesso, sta colpendo duramente l’economia di questo territorio, pregiudicandone il futuro e, in modo miope, pregiudicando il futuro dell’intero sistema economico ortofrutticolo del Fucino”.
“Domani”, conclude il presidente Angelo Giommo, “doneremo a scopo benefico, una parte di ortaggi che, altrimenti, sarebbero stati trinciati nei campi perché non apprezzati dal mercato. Confidiamo nel fatto che, un maggiore spirito cooperativistico – che potrebbe trovare riflesso economico nella “nostra” Filiera Italia – e una migliore coscienza economica territoriale possano aiutare nel breve e nel lungo periodo l’economia agricola fucense”.
Gli ortaggi che verranno donati, circa 40 quintali tra finocchi, patate, insalate e carote rigorosamente in cassetta, saranno consegnati domani, alle 17,30 presso la Diocesi di Avezzano alla presenza di Sua Eccellenza il Vescovo Pietro Santoro per essere conservati in apposite celle frigorifere e venire destinati alle famiglie più povere della diocesi fucense e di altre diocesi abruzzesi.
“È un gesto di solidarietà da parte di un settore che sta soffrendo a sua volta”, conclude Coldiretti L’Aquila, “ma anche un modo per evidenziare le tante problematiche stanno vivendo oggi gli agricoltori fucensi”.