Valle Roveto. “Non è possibile che ci siamo fatti trovare così impreparati davanti a un evento così annunciato. Se non ci chiamano a fare i tamponi non possiamo riprenderci in mano le nostre vite”.
A parlare in una lettera accorata inviata alla redazione di Marsicalive, è un’insegnante della Valle Roveto che chiede di poter raccontare la sua storia.
“Voglio raccontare la storia di una famiglia della Valle Roveto prigioniera della Asl da ben 16 giorni”, scrive nella lettera la donna, “siamo entrati in isolamento volontario segnalandoci subito sulla piattaforma, a seguito di un test rapido nel quale risultava positivo mio marito.
Mio marito si è isolato da noi. Abbiamo messo le nostre vite in stand by…
Non andando a scuola, io tra l’altro insegno. Ci siamo allontanati da tutte le persone che amiamo. Adesso grazie a Dio abbiamo superato la malattia e la paura che ti bussa dentro.
Pensando che ogni giorno che vivi è un miracolo di Dio.
Mio marito è risultato finalmente NEGATIVO ma io e i miei tre figli, minori, siamo prigionieri della Asl.
Perché purtroppo uno dei miei figli si è ammalato con sintomi lievi ma riconducibili al Covid.
La Asl continua a non aprire il nostro protocollo nonostante ben 10 solleciti fatti attraverso ore interminabili passate al numero verde.
Non è possibile che ci siamo fatti trovare impreparati di fronte a un evento così annunciato.
Grazie a Dio noi siamo stati fortunati ma ci troviamo nella situazione di partenza se non ci chiamano per fare i tamponi molecolari. Un nostro diritto!
Se non facciamo i tamponi non possiamo far rientrare mio marito in casa e noi non possiamo riprenderci in mano le nostre vite”.