Luco dei Marsi. “Gestione scellerata dell’emergenza sanitaria, prese per i fondelli e “pannicelli caldi” spacciati pure come grandi operazioni salvifiche. É il triste quadro di quanto oggi dobbiamo subire, come marsicani e abruzzesi, da parte di una classe politica più attenta ai giochi di poltrone che a onorare il mandato conferitole da quei cittadini che vengono lasciati morire davanti al pronto soccorso o, con una polmonite in corso, si vogliono parcheggiare sotto a una tenda con le temperature autunnali e invernali marsicane”. Non usa mezzi termini la sindaca di Luco dei Marsi, Marivera De Rosa, tornando così sul tema della sanità marsicana in tempo di Covid, e a fronte di un sostanziale e permanente nulla di fatto.
“La condizione di totale abbandono degli utenti marsicani e le condizioni disastrose in cui versa l’ospedale di Avezzano, la mancata efficace programmazione e laddove questa, almeno teoricamente, vi fosse stata, la sua mancata attuazione, sono sotto gli occhi di tutti”, sottolinea il primo cittadino marsicano, “prendiamo atto che a tutt’oggi gli sforzi del presidente della Regione, Marco Marsilio, dopo che il nostro territorio è assurto persino alle cronache nazionali per la disastrosa condizione del presidio avezzanese, sono stati profusi unicamente nel tentativo di confondere le acque, attraverso piroettanti giustificazioni dell’ingiustificabile, con rimando inutile quanto fuori luogo ad altre amministrazioni regionali, oltre che nello scagliarsi contro i sindaci marsicani – beninteso quelli non rientranti nel novero dei consenzienti – e in iniziative, come lo screening di primo livello tramite tamponi rapidi, che, seppure necessarie, non sono neppure lontanamente sufficienti a porre rimedio alla disastrosa gestione dell’Emergenza nella Marsica”.
“Lo stesso presidente”, precisa la sindaca De Rosa, “si è opposto strenuamente, di fatto, con i rappresentanti marsicani in Consiglio Regionale, Mario Quaglieri, anche presidente della Commissione Sanità in Regione, e Simone Angelosante, al commissariamento della Asl1, con pretesti a dir poco fantasiosi, come quello che sarebbe stata una “perdita di tempo”. Ipotesi senza senso, assumendo che si sarebbe scelto, nel caso, un commissario competente e in grado di agire con le prerogative proprie di un commissario, ampie, e a fronte del nulla di oggi, con l’ospedale di Avezzano ridotto a lazzaretto. Di quel tempestivo, articolato ed efficace intervento correttivo che avrebbe dovuto esservi e che abbiamo auspicato, da parte della Regione, per ridurre il tragico risultato riconducibile all’inanità della Dirigenza della Asl1, non si ha traccia”.
“L’imbarazzante profluvio di propaganda”, rimarca la sindaca Marivera De Rosa, “con tanto di cartelloni virtuali di ringraziamento – ancora ci chiediamo per cosa – a Marsilio, fa da degna sigla alle ripetute prese in giro ai danni di quei sindaci che si battono per la tutela del diritto fondamentale alla salute dei loro amministrati, ma soprattutto dei cittadini marsicani, umiliati da un trattamento indegno. Proprio ai cittadini e ai sindaci è rivolta l’ultima pubblica esternazione del manager della Asl1, il dottor Roberto Testa, che afferma di aver provveduto, già nello scorso maggio, a ordinare il secondo macchinario per processare i tamponi, destinato all’ospedale di Avezzano per le diagnosi nella Marsica, macchinario che, stando a quanto egli afferma, non sarebbe stato consegnato per responsabilità della ditta cui era stato commissionato. La delibera 856 di maggio – non la 858, forse erroneamente menzionata da Testa (?), riferita ad arredi – cita la procedura di gara aperta per la “fornitura di sistemi diagnostici per laboratori di analisi della Asl”.
“Procedura datata ottobre 2019, perché, ovviamente”, continua, “si tratta di macchinari utilizzati per analisi di vario tipo, e utilizzabili, come si è appreso strada facendo, anche per processare i tamponi Covid, operazione resa possibile dagli specifici reagenti, senza i quali il macchinario (non solo quello ipotetico fermo non si sa dove, ma anche quello presente), è inutilizzabile. Pertanto solo nel maggio 2020 si è riesumata la delibera e addirittura a luglio si è proceduto, pare, a disporre l’acquisizione dei reagenti già necessari. É evidente la differenza tra “affermare” qualcosa, e il “fare” qualcosa. Al dottor Testa, dunque, per la massima chiarezza, per nostra tranquillità e per rispetto dei cittadini tutti, chiediamo di produrre chiara documentazione relativa agli atti seguenti le disposizioni di cui sopra, dell’ordinazione del nuovo macchinario per processare i tamponi (al netto dei macchinari già presenti e in uso altrove) nonché dei materiali per il processamento degli stessi, necessari alla Asl1, nella previsione, poi drammaticamente realizzatasi, della seconda ondata pandemica”.
“Del maggio 2020 sono tanto la Delibera atta ad avviare la procedura, quanto la presentazione del piano per la realizzazione della rete regionale per l’assistenza Covid, entrambi, allo stato, rimasti su carta, almeno fino a pochi giorni fa. Chiediamo al dottor Testa di produrre detta documentazione, e non soltanto l’atto dell’11 novembre, documento che, stando sempre a quanto da egli affermato, sarebbe “di sollecito”. E voglia darci precise notizie per farci sapere in dettaglio a che punto è oggi l’attuazione del piano dell’8 maggio, redatto per la Asl1 dal Comitato scientifico. A che punto sono le assunzioni, la predisposizione dei posti letto – non dei posti all’interno dei tendoni – l’acquisizione di strumenti e materiali necessari alla diagnosi, tracciamento e assistenza, e la formazione ed equipaggiamento delle risorse umane necessarie”, prosegue la De Rosa, “gli incaricati dalla Asl1, nel progetto datato 8 maggio, definivano il piano generale che prevedeva, tra l’altro, l’istituzione di un’area dedicata al Covid 19 all’Aquila e, sulla scorta delle direttive nazionali e regionali, programmava una serie di misure finalizzate al contenimento del contagio, al trattamento dei contagiati e alla tutela degli operatori sanitari. Vi si dava conto delle procedure di gestione dei pazienti Covid-19 nel Presidio Ospedaliero dell’Aquila, per motivi diversi: logistici, con edifici separati e percorsi distinti, stato delle strutture, presenza di discipline mediche, strutture e servizi indispensabili per gestione pazienti infetti. Il nodo focale, per la Marsica, era mantenere no-Covid il presidio avezzanese. Questo non è accaduto, e le conseguenze sono state devastanti. Avevo già segnalato la circostanza, gravissima, della mancata acquisizione della strumentazione per processare i tamponi. Un elemento che ha avuto parte essenziale nel collasso del sistema di diagnosi e tracciamento nella Marsica, punti cardine del controllo e il contenimento dei contagi, con le note conseguenze sulla possibilità di assistenza da parte delle strutture sanitarie e sulla qualità di essa”.
“Il tentativo di Marsilio di assimilare ad altre situazioni nazionali quella marsicana, facendo tra l’altro sparire la Marsica dalla raccapezzata narrazione che negli ultimi giorni tenta di diffondere, appare come l’ennesimo, sconcertante, tentativo di mimetizzare agli occhi dell’opinione pubblica le responsabilità di una politica regionale che ha abbandonato, di fatto, i cittadini della provincia aquilana e della Marsica in particolare. Quella città, Bergamo, che usa come termine di paragone, si trovò, nel marzo scorso, di punto in bianco alle prese con una pandemia senza precedenti. La seconda ondata, di contro, era attesa e prevista da mesi. La stessa strenua difesa del mantenimento del dottor Testa nel ruolo in cui si è distinto come abbiamo visto, non fa che aggravare la distanza tra quegli enti e istituzioni, Asl, Regione e i suoi primi Rappresentanti, e i cittadini marsicani. Quei cittadini marsicani che, arrivati in condizioni critiche al pronto soccorso, non possono essere collocati sotto ad una tenda, come accaduto già nelle scorse nottate. Non è pensabile, inoltre, che pure la predisposizione di un “ospedale da campo” possa ritenersi quale soluzione definitiva e unica alla mole di problemi derivanti dalla gestione di cui sopra, di cui oggi fa le spese il territorio, come ancor più rischia di essere nel prossimo futuro. Attendiamo dunque che il manager Roberto Testa fornisca in dettaglio quanto sopra richiesto, e che il presidente Marsilio, cui ricordiamo che la Sanità è materia di competenza delle Regioni, dia rapidamente corso a tutte le attività atte a garantire in modo effficace il diritto alla salute e alle cure, oltre che al rispetto della dignità, dei cittadini marsicani”, conclude la sindaca Marivera De Rosa, “riservandoci l’azione a tutela dei nostri amministrati in tutte le sedi e nei modi più opportuni”.