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Costretto a pagare la tassa dell’insegna tre volte a tre enti diversi. L’incredibile storia di un commerciante marsicano

Federico Falcone di Federico Falcone
28 Luglio 2018
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Una vicenda che ha dell’incredibile e che lascia tutti di stucco. Protagonista della stessa sono Ettore Malandra e la sua attività commerciale di strumenti musicali, molto conosciuta nella Marsica e nel centro Italia. Riportiamo per intero le parole del commerciante marsicano che, attraverso il proprio account facebook si è lasciato andare a uno sfogo che, ci auguriamo, non passi inosservato:

“Lavoro in un negozio di strumenti musicali da tutta la vita. Lo stesso negozio fondato da mio padre 28 anni fa. Bene, dopo 28 anni mi ritrovo a dover togliere l’insegna perché è diventato impossibile e impensabile corrispondere la tassa che questa ne consegue. Tanto per fare due conti: l’insegna mi costa circa 2000 euro annui al comune di appartenenza, e grazie ad una nuova normativa approvata a novembre scorso, dal 2018 sono costretto a pagarla anche alla società Autostrada dei Parchi, perché il negozio è situato di fronte lo svincolo dell’autostrada, quindi visibile dalla stessa, e quindi sottoposto a tassazione! I cari amici dell’autostrada pretenderebbero altri 2000 euro annui oltre a quelli che già paghiamo al comune….

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Ma non finisce qui! Il mio negozio è situato anche su una strada statale di competenza di un altro ente, che anche questo ha avuto la gentilezza di venire a chiedere altri mila euro come tributo per l’insegna perché visibile, chiaramente, anche dalla loro strada. Allora sommando il tutto, io per avere un’insegna che attiri clienti e mi renda visibile dovrei spendere, euro più, euro meno, quasi 6000 euro all’anno, altrimenti gli enti sopracitati possono procedere alla rimozione coatta dell’ insegna.

A parte il fatto che le tasse dovrebbero essere corrisposte per “pagare” un servizio, quindi l’imposta sull’ insegna già non avrebbe motivo di esistere, ma poi ci lamentiamo che le imprese chiudono e in Italia non c’è lavoro. Lo stato dovrebbe capire che togliendo soldi alle imprese queste non possono permettersi di pagare il personale, creando così disoccupazione e facendo implodere l’economia. Ovviamente con questo post non risolverò nulla, l’insegna martedì verrà tolta e la mia azienda sarà comunque sottoposta a prescindere, ad una tassazione del 70% annuo. A volte la tentazione di chiudere e mandare tutti a fanculo è tanta, ma noi non molliamo e continueremo ad andare avanti nonostante in Italia le pensino tutte per farti fallire!”

Federico Falcone

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