Cosa hanno in comune un cavatappi e un’armeria inglese? No, non è l’inizio di una barzelletta ma la vera storia sulle origini di questo strumento senza il quale oggi non saremmo in grado di aprire una bottiglia di vino.
Un manico di piccole dimensioni con al centro una spirale appuntita (chiamata anche verme) di circa 6 centimetri, che presenta a un’estremità una lama che ha lo scopo di incidere e rimuovere la capsula di alluminio e dall’altra una leva che permette l’estrazione del tappo.
Simbolo per antonomasia dei sommelier ma anche caro amico di coloro che con il vino hanno un buon rapporto, non necessariamente professionale, il cavatappi gode di una storia curiosa da conoscere che oggi scopriremo con l’azienda vitivinicola abruzzese Tenuta Secolo IX.
La nascita di questo strumento è inevitabilmente a stretto contatto con l’introduzione della bottiglia in vetro e tappo in sughero che si sostituisce a quella con tappi in legno e stoppa. I primi esemplari risalgono intorno alla metà del 1700 e comparvero la prima volta in alcune armerie inglesi. Perché?
I primi cavatappi nelle armerie inglesi
E’ proprio in questi luoghi che esistevano attrezzi molto simili utilizzati per estrarre le pallottole inceppate nelle canne delle pistole o dei fucili o addirittura per recuperare le palle di piombo incastrate nei cannoni.
Si chiamavano cavapallottole ed erano molto simili agli attuali cavatappi nella forma e soprattutto nel funzionamento. Le armerie, dunque, non si fecero trovare impreparate quando le richieste di questi strumenti si fecero sempre più numerose.
Bisogna dire, però, che non si registrò un boom di vendite di cavatappi in un primo momento e la spiegazione è ancora una volta dettata da motivi culturali e tradizionali: le bottiglie di vino con tappo in sughero venivano consumate nel giro di poche ore e questo significava lasciar sporgere il tappo dal collo della bottiglia così da poterlo togliere con le mani in maniera rapida e semplice.
Quando si comprese l’importanza della conservazione del vino e anche della necessità di esportarlo, il tappo di sughero venne inserito interamente nel collo della bottiglia e il cavatappi divenne sempre più indispensabile.
I primi due brevetti da cavatappi sono inglese:
- nel 1795, Samuel Henshall
- nel 1802, Edward Thomason
La diffusione in Italia.
In Italia la diffusione del cavatappi arrivò più tardi, nel corso del XIX secolo. Si registrano riferimenti a questi attrezzi in alcune opere del ‘700 come quelle di Carlo Goldoni che lo associava agli ambienti della nobiltà. La sua esplosione nel nostro paese fu opera di alcuni produttori piemontesi che li produssero su larga scala per non rimanere indietro rispetto alle altre realtà europee.
…perché anche il vino, e tutto ciò che gira intorno ad esso, è storia.
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