Avezzano. La vicenda fece molto scalpore perché la strada veniva chiusa in modo arbitrario e trasformata in una sorta di ippodromo, con tanto di sostenitori ai bordi della pista. I protagonisti delle gare erano sempre due fantini, rigorosamente in calzini e pantaloncini corti che gridavano per incoraggiare i cavalli e che erano seduti su delle carrozze in legno, simile alle bighe. Mentre i gareggianti avanzavano ai bordi della strada, uomini e donne li incitavano e gridavano proprio come se fossero sul set di “Febbre da cavallo”. Nella zona di via Edison e in via Alessandro Volta sembrava un vero ippodromo con strade chiuse, entrata aperta solo agli autorizzati e tanto tifo. I cavalli costretti a correre sull’asfalto rischiando anche la caduta e con le difficoltà del caso. Alla fine il giro di gare clandestine venne scoperto e bloccato, dopo diverse manifestazioni all’attivo e con un pubblico di rom arrivato da tutto il centrosud.
Ora è arrivata la prescrizione dei reati per gli imputati coinvolti. Sotto accusa all’inizio dell’inchiesta c’erano 33 persone, quasi tutte di etnia rom e appartenenti alle famiglie Spada, Morelli e De Silvio, provenienti da Avezzano e dal Frusinate, oltre ad alcuni spettatori avezzanesi. I fatti risalgono al periodo tra il 2007 e il 2008 e la maggior parte delle posizioni hanno ottenuto la prescrizione. Gli imputati erano accusati di aver bloccato la zona per una corsa clandestina, impedendo l’accesso alla strada pubblica e commettendo anche il reato di violenza. Per una serie di rinvii, legati anche al cambiamento dei giudici, c’è stata la prescrizione. Ci sono ancora dei processi in corso per reati commessi successivamente. Tra gli avvocati difensori ci sono Emilio Amiconi, Franco Colucci, Leonardo Casciere, Enrico Orlandi, Raffaele Mezzoni e Andrea Tinarelli.