Tagliacozzo. C’è anche l’imprenditore e costruttore di Villa San Sebastiano, Domenico Bonifaci, tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma che ha portato il Nucleo speciale anticorruzione della Guardia di finanza a eseguire una dozzina di perquisizioni a imprenditori, professionisti e funzionari di Roma Capitale. Complessivamente, sarebbero undici le persone indagate: un funzionario e un dipendente del dipartimento Programmazione e attuazione urbanistica del Campidoglio, tre professionisti e sei soggetti del gruppo Bonifaci, tra cui lo stesso imprenditore e storico editore del quotidiano Il Tempo, la cui proprietà è stata messa all’asta il 5 febbraio 2016. L’inchiesta, secondo quanto è stato possibile apprendere, è un’ulteriore trance dell’indagine Vitruvio, che ha portato nel corso del 2015 all’arresto di diversi funzionari pubblici e imprenditori. Bonifaci, trapiantato a Roma dagli anni ’60, ha iniziato come muratore. Aveva vent’anni quando dalla piccola frazione di quasi 400 anime decise di tentare la fortuna nella Capitale. Era l’inizio del boom edilizio che veniva chiamato “il sacco di Roma”. Bonifaci pensò che al posto di fare il muratore a cottimo avrebbe potuto mettere su una squadra di manovali specializzata negli intonaci e offrire servizi alle aziende più grandi. FIno a quando non lottizzò un terreno facendo il colpaccio. Negli anni ’80 era già miliardario. L’inchiesta ha portato alla luce – secondo l’accusa – un vasto sistema di corruzione basato su accordi sistematici tra imprenditori e funzionari pubblici che, in cambio di mazzette o altre utilità, davano il via libera alle pratiche edilizie richieste dagli imprenditori, omettendo e compiendo atti contrati ai propri doveri d’ufficio. L’ultimo a finire nella rete della Guardia di Finanza è stato, lo scorso settembre, l’imprenditore Andrea Dionigi, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, resosi però latitante.