Avezzano. Si teme un’altra settimana di zona rossa nella Marsica. Oggi pomeriggio, infatti, si riunirà la cabina di regia nell’unità di crisi regionale, alla presenza del governatore Marco Marsilio, che deciderà il colore dei territori che sono entrati questa settimana nella fascia con maggiore restrizione a causa dell’aumento dei contagi.
I comuni in zona rossa nella Marsica sono Avezzano, Celano, Pescina, Cerchio, Carsoli, Oricola, Pereto, Rocca di Botte, Sante Marie, Tagliacozzo, Cappadocia, Magliano dei Marsi, Scurcola Marsicana, Castellafiume, Capistrello, Canistro, Civitella Roveto, Morino, San Vincenzo Valle Roveto, Balsorano, Civita d’Antino, Luco dei Marsi, Trasacco, Aielli.
Nelle ultime 24 ore sono stati 63 i nuovi casi di coronavirus nella Marsica. Nello specifico 16 nel Comune di Avezzano, 10 a Luco dei Marsi, 8 Celano, 5 Trasacco, 3 San Vincenzo Valle Roveto, 3 Collarmele, 3 Magliano de’ Marsi, 3 Morino, 2 Civitella, 2 Sante Marie, 2 Carsoli, 1 Oricola, 1 Ovindoli, 1 Civita d’Antino, 1 Canistro, 1 Balsorano, 1 Collelongo.
“Come Federmoda Italia di Confcommercio”, sottolinea Riccardo Savella, consigliere dell’associazione e tra i vertici nazionali del gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio, “ho mandato una lettera al prefetto dell’Aquila, Ccinzia Torraco, e per conoscenza ho aggiornato anche il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, sottolineando che per quanto riguarda il nostro comparto, abbigliamento calzature e gioielleria, perché la zona rossa a differenza di quella arancione varia per la chiusura di queste tre attività, è un danno, al di là della parte economica che è ormai quasi insostenibile anche un danno morale che sta portando delle problematiche importanti”.
“Se si continua a pensare di bloccare tre categorie merceologiche lasciando comunque tutto inalterato”, precisa Savella, “è evidente che non si è preso in considerazione l’analisi di quello che è successo nell’ultimo anno. Per questo ho inoltrato tale richiesta, al di là della decisione sempre nell’ottica della situazione delicata come quella sanitaria, e dato che non ci sono stati dei focolai nati in esercizio di vicinato, in quanto ci sono state delle regole e noi le abbiamo adottate alla lettera e siamo disposti a continuare ad adottarle ma bisogna finirla con queste chiusure”.
“C’è un problema di zona rossa? Bene, non si può procedere all’apertura dell’attività? Le attività devono essere considerate tutte essenziali e devono poter lavorare su appuntamento, ossia azzerare il rischio contagio nel rispetto delle regole e nel rispetto di quella che è la necessità minima operativa delle aziende, e quindi dei titolari, delle famiglie, dei dipendenti e di tutto quello che gira intorno alla filiera perché siamo un anello importante in generale e siamo anche, a livello mentale, una leva di sfogo per il consumatore perché cerchiamo di curare un aspetto di alleggerimento dell’anima e può far sorridere ma credo che in questo momento diventi fondamentale anche in questo in quanto è allarmante l’aumento delle malattie mentali o i problemi psichici dettati al covid. Non dico che ci proponiamo come terapia ma sicuramente non possiamo continuare ad essere il paravento di tutti. Quindi chiediamo la possibilità di lavorare su appuntamento”, conclude Savella, “per poter continuare a fare, nel rispetto, il nostro lavoro”.