Avezzano. “E’ inaccettabile la modalità di discussione di un documento collegiale fondamentale”. E’ questa la linea di dieci sindaci Marsicani che firmano un documento ufficiale per “chiarire quanto successo nell’assemblea dei sindaci, dove non si doveva firmare una presa d’atto del consiglio comunale di Avezzano, perché tutti gli altri consigli comunali marsicani hanno pari dignità e sovranità, bensì discutere nelle sedi opportune e non davanti alle telecamere e ai social, un documento importante e collegiale dei sindaci marsicani, dove ognuno poteva fare le proprie proposte per integrare o modificare lo stesso documento”.
La pongono quindi soprattutto sul metodo per ora, più che sui contenuti tecnico-sanitari, i 10 dei 35 sindaci che si sono confrontati sul documento “Salva Marsica”. Un documento stilato ieri per far fronte alla grave emergenza sanitaria negli ospedali marsicani che dovevano essere covid-free ma che si sono ritrovati con pazienti e personale contagiati. Nel documento del cosiddetto “parlamentino marsicano” si dà addosso alla Asl e si chiede il commissariamento e l’arrivo di ispettori ministeriali nonché dell’Esercito per far fronte alla grave carenza di sanitari e di strutture.
Il “controdocumento” è stato firmato dai sindaci Settimio Santilli di Celano, Cesidio Lobene di Trasacco, Pasqualino di Cristofano Magliano de Marsi, Antonella Buffone sindaco di Balsorano, Nazzareno Lucci, sindaco di Massa d’Albe, Simone Angelosante sindaco di Ovindoli, Sara Cicchinelli sindaco di Civita d’Antino, Gianluca De Angelis sindaco di Lecce nei Marsi, Angelo di Paolo sindaco di Canistro e Mirko Zauri sindaco di Pescina. Si tratta di sindaci prevalentemente orientati quasi tutti al centrodestra.
“Così si è mancato di rispetto ai cittadini e agli stessi giornalisti, perché non c’è stata una linea univoca e lineare”, affermano i 10 sindaci, “vi è stata una spettacolarizzazione indegna per ore di una situazione emergenziale, con rimpallo di accuse e colpe, sull’ospedale di Avezzano. Lo stato critico della sanità marsicana è il frutto di una annosa e disattenta politica sanitaria aziendale non certo figlia di quest’ultimo anno. Oggi si è solo raggiunta la punta dell’iceberg di una emergenza decennale. Si risparmi al popolo tanta ipocrisia, demagogia e lezioni di morale a destra e a manca. Le azioni proposte dal documento potrebbero essere in gran parte condivisibili ma vanno discusse in maniera sana.
Il commissariamento della sanità in questo momento andrebbe a determinare una ulteriore situazione di stallo proprio nel periodo di massima emergenza ed in questo momento non possiamo permettercelo. Ora è tempo di lavorare e sopperire subito alle mancanze ed alle oggettive carenze palesatesi nella nostra Marsica.
Ieri non si era alla ricerca di un like in più, né alcuno aveva il diritto di esprimere il pensiero a nome di un collega Sindaco. Se l’assemblea è dei sindaci, tale deve essere così da poter ognuno rappresentare la propria comunità aver diritto di parola rappresentando le proprie proposte immediate per la Marsica. Tutti devono impegnarsi territorialmente ad alleggerire l’ospedale di Avezzano con punti Covid comunali, con supporti psicologici, con disponibilità strutturali e strumentali ai medici di base per eseguire i tamponi, con più Unità speciali di continuità assistenziale domiciliare, per garantire l’accesso ai servizi sanitari dell’ospedale di Avezzano a tutti i cittadini Marsicani per la cura di tutte le patologie più critiche ed impegnative. In questa emergenza bisogna potenziare ed implementare i servizi dei presidi periferici di Pescina e Tagliacozzo. Non esistono solo i malati di covid.
Ci è sembrata una riunione plenaria preconfezionata, invece, con la partecipazione di chiunque e su cui non poter far esprimere tutti i demandati a farlo. Posto come è stato, è un documento calato dall’alto non sottoscrivibile obtorto collo. Bisogna guardarsi in faccia con pari dignità e confrontarsi con molta maturità e responsabilità.
Riteniamo che si debba ridare centralità al comitato ristretto dei sindaci quale rappresentanza omogenea dell’intero territorio provinciale, e quindi della Marsica, organo al quale chiediamo di redigere un vero e proprio piano strategico sanitario per l’intero territorio aziendale; chiediamo altresì di potenziare il suddetto organismo con una rappresentanza territoriale marsicana maggiore.
Al termine di questa emergenza non saremo di certo clementi con nessuno ed ognuno sarà chiamato a prendersi le proprie responsabilità. Ora non è quel tempo, ora è il tempo di studiare e lavorare in silenzio per la salute pubblica di tutti i nostri concittadini. In conclusione vorremmo formulare un sentito ringraziamento alle donne e gli uomini del personale medico e operatori sanitari impegnati in questa lotta senza confine, a loro il grazie della comunità marsicana.