Avezzano. Riprendere con screening molecolari nelle carceri. L’appello arriva direttamente da Mauro Nardella, componente della segreteria generale della Uil Pa Abruzzo, che sottolinea come “da diversi mesi non vengono più fatti effettuare con la regolarità quindicinale che li aveva caratterizzati e che li ha visti indiscussi protagonisti dello scenario pro prevenzione anti covid-19 dei vari istituti di pena della provincia aquilana, gli screening di massa a mezzo tamponi molecolari”.
“Ad eccezione di alcuni casi”, precisa Nardella, “quali ad esempio i test fatti effettuare all’ingresso dei detenuti appena giunti dalla libertà o da altre parti, a coloro i quali devono essere sottoposti a determinate visite mediche specialistiche, ai sottoposti a restrizioni prima di recarsi nelle aule di giustizia; ai detenuti che si recano in permesso premio o di necessità (in questi casi a Sulmona, per esempio, vengono fatti fare anche agli agenti che accompagnano i detenuti nel luogo ove deve svolgere il permesso di necessità accordato dal magistrato di sorveglianza per particolari e gravi motivi familiari), negli istituti di pena di Sulmona, L’Aquila ed Avezzano né il personale e né tantomeno i detenuti vengono sottoposti agli screening di massa così come accadeva fino a prima dell’estate”.
“In considerazione degli ultimi dati emanati in fatto di positività al Covid”, continua, ” e che vede un aumento crescente dei casi non sarebbe male, a parere della Uil Pa, riprendere dimestichezza con lo screening anticovid e tenere sotto controllo la situazione pandemica all’interno degli istituti di pena. Il tutto in attesa delle determinazioni che saranno assunte dagli organi preposti in materia di terza dose vaccinale. Il mio ricordo va allo scenario quasi dantesco che ha caratterizzato il vissuto di tutti coloro, soprattutto nel carcere di Sulmona, sono stati coinvolti dal terribile morbo. Uno scenario che ci auguriamo”, conclude Nardella, “possa presto far parte solo dei libri di storia”.