In questo ultimo mese abbiamo avuto modo di vedere come il Fucino non si sia fermato. All’espansione del Coronavirus ha risposto intensificando il lavoro sui campi per garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie italiane. Non si può negare che con il passare del tempo le difficoltà sono pian piano aumentate, conseguenza dello scoppio di una epidemia che si è scagliata come un fulmine a ciel sereno provocando un rivoluzionamento nell’organizzazione lavorativa dell’intero settore agricolo.
Fino a oggi vi abbiamo raccontato storie e riportato testimonianze in prima persona di agricoltori che giorno dopo giorno continuano a investire tempo e denaro nelle semine, nonostante l’assenza dei braccianti. Ma come è cambiato il modo di lavorare di chi gli agricoltori li affianca nelle loro attività quotidiane? Abbiamo chiesto a Massimo Sidoni, dell’azienda Sidoni Macchine Agricole – che da oltre 50 anni si occupa di offrire servizi e prodotti per l’agricoltura – come stanno reagendo davanti a una situazione di emergenza.
L’azienda.
Il blocco totale dell’intera nazione non ha toccato la nostra azienda. Il lavoro ha continuato ad andare avanti ma ha dovuto subire una riorganizzazione logistica interna non indifferente. Stiamo affrontando questo complesso periodo, rispettando le disposizioni igienico-sanitarie che ci ha imposto il Governo: indossando mascherine, guanti e assicurando la distanza sociale. E’ proprio in quest’ultimo ambito che riscontriamo la maggiore difficoltà. La nostra è un’attività che ci vede fianco a fianco con gli agricoltori. Parliamo di un lavoro fatto di continui scambi manuali, sia per quanto riguarda la gestione di pezzi di ricambio sia per la consultazione di cataloghi finalizzata alla ricerca di soluzioni di eventuali problemi sui macchinari, in cui c’è bisogno quindi del contatto fisico. Per ovviare a questi problemi ci affidiamo alla tecnologia: comunichiamo tramite foto whatsapp e video chiamate che non favoriscono però gli agricoltori di età più avanzata. Questo meccanismo ci porta a rallentare l’intera catena di lavoro, in quanto il tempo relativo alla gestione dell’attività si allunga.
Gli agricoltori.
Il lavoro degli agricoltori è un lavoro stagionale. Ci troviamo all’inizio della primavera, ovvero, in un periodo di piena evoluzione nelle campagne. In seguito al diffondersi del virus, non si può parlare di crisi ma è giusto che vengano comunicati gli sforzi e i sacrifici che gli agricoltori stanno compiendo per uscirne positivamente. Le attività si svolgono in maniera forse più intensa rispetto agli altri anni ma purtroppo con delle difficoltà maggiori dovute all’assenza dei braccianti a causa del blocco delle frontiere.
A tal proposito, vorrei lanciare un appello ai giovani ma anche a coloro che recepiscono il reddito di cittadinanza e a tutte le persone che non hanno momentaneamente una occupazione per far sì che si riavvicinino a questo mondo e contribuiscano allo sviluppo del lavoro di un settore che oggi, più che mai, dimostra di giocare un ruolo fondamentale su diversi fronti.
Aspettative future.
Come si uscirà da questa crisi? Beh, dobbiamo pensare che il problema attuale non riguarda soltanto il reddito di un’azienda ma ciò provocherà anche uno sbilanciamento legato alla filiera alimentare. Se la situazione dovesse prolungarsi, avremo difficoltà a reperire prodotti freschi provenienti dai nostri campi sui banchi alimentari. Al di là di tutto, sono fiducioso e sono sicuro che ne usciremo tutti più forti di prima!