Quella che stiamo per farvi leggere è la testimonianza di una donna. Di una mamma che, insieme alla sua famiglia, porta avanti un’azienda agricola nella Marsica. Un’azienda che ne ha viste tante nel corso degli anni ma mai come ora sente il bisogno di caricarsi le spalle di responsabilità, farsi forza e fare forza agli altri per andare avanti.
Il settore dell’agricoltura, che nel nostro territorio rappresenta una delle principali attività economiche, è stato colpito dall’emergenza Coronavirus. Ma non ha pensato di interrompere il lavoro nei campi. Anzi, è in prima linea per combattere e ricavare i frutti di questo complesso momento da cui si uscirà più forte di prima.
Abbiamo deciso di dare voce a una delle aziende protagoniste della campagna del Fucino. A confermare la difficoltà di questo periodo, è Gabriella dell’azienda agricola familiare “Ortomedia”, specializzata nella produzione di finocchi. Madre del titolare Angelucci Modesto, a cui insieme al marito ha trasmesso l’amore per questo lavoro, si occupa della gestione della parte amministrativa.
Lei ne avrà viste tante nella vita, le è mai capitato di vivere un periodo di difficoltà come questo?
Eccome se ne ho viste tante: dall’alluvione del 2015 – di cui ancora subiamo le conseguenze – alle grandinate e ad altre tipologie di virus che hanno fatto oscillare l’andamento dei mercati. Ma devo essere sincera: quello che sta accadendo in seguito alla diffusione del Covid-19 era impensabile. Noi proveniamo da famiglie di commercianti e contadini che hanno vissuto diverse problematiche su più fronti, ma posso garantirvi di non aver mai ascoltato da loro storie in cui hanno dovuto affrontare questo tipo di emergenza. Nonostante ciò, anche se dall’oggi al domani ci siamo ritrovati in questa brutta “tempesta”, cercheremo di uscirne nel migliore dei modi.
Qual è la sua personale opinione da donna che ha sempre lavorato nel settore agricolo?
In una situazione come questa, si riparte dall’agricoltura! Se noi ci fermiamo le persone non mangiano. Dobbiamo tenere ancor più duro degli altri perché abbiamo delle responsabilità come salvaguardare i nostri figli e continuare a portare il cibo sulle tavole degli italiani e non. Al tempo stesso credo che oltre a dare dovremmo ricevere. Speriamo al più presto in agevolazioni dal Governo, perché noi stiamo investendo tanto.
Qual è stato il consiglio che ha dato a suo figlio, titolare dell’azienda?
Mio figlio è molto scoraggiato. Ha paura di contrarre la malattia e di non poter far fronte ai pagamenti a cui ci stiamo esponendo. Il consiglio che gli dato è quello di essere fiduciosi nelle istituzioni e nel nostro lavoro ed essere vigile in quanto siamo sempre a rischio. Inoltre, come sempre, gli ho suggerito di rimanere una persona onesta. E’ l’onestà, insieme alla qualità e alla serietà, alla base del nostro slogan e della nostra filosofia.
Come pensa ne usciremo e come ne uscirà il settore agricolo?
Noi ne usciremo solo se verrà accelerato il motore della burocrazia. Abbiamo tutti dovuto affrontare dei pagamenti e aspettiamo che le istituzioni intervengano per aiutarci. In più, la nostra azienda conta circa 40 dipendenti ma oggi a causa della chiusura dei confini dobbiamo far fronte all’assenza di manodopera straniera. Le colonne portanti di questa azienda, coloro che da sempre consideriamo membri della nostra stessa famiglia. Voglio trasmettere a tutte le aziende questo messaggio di speranza e di forza e incoraggiare tutti gli imprenditori del settore. Ce la faremo!