Avezzano. Si continua a trattare in LFoundry con i sindacati per le modalità della cassa integrazione partita già da qualche giorno. Sul tavolo della discussione ci sono una serie di punti per i quali non si riesce ancora a trovare un’intesa. “L’azienda ha proposto dei punti da affrontare e noi ne abbiamo proposti altri che tutelano i lavoratori e soprattutto i loro salari”, ha commentato Angelo Gallotti, segretario Uilm – Uil, L’Aquila Teramo, “ancora non abbiamo però trovato l’intesa. Ci sono delle questioni come le buste paga o i ratei che non sono state chiarite. Inoltre non riteniamo giusto che tutto il personale debba usufruire della cassa. A nostro avviso i 500 che attualmente lavorano in smart – working non devono essere messi in cassa”.
Anche se la cassa è di fatto partita la fase di verifica che porterà le parti alla sigla dell’accordo ancora non c’è. Nel sito dove si producono memorie volatili, per il momento, i 500 dipendenti oggi in smart – working e i mille addetti alla produzione hanno intanto detto addio ai contratti di solidarietà in vigore dal dicembre 2018. L’azienda infatti ha deciso di sospenderli per dare spazio alle nove settimane di cassa integrazione concesse dal decreto “Cura Italia” a seguito dell’emergenza coronavirus.
Per il momento è stata attivata per tutti ma di dovrà decidere a stretto giro se estenderla o meno a manager e supervisori i quali, a detta dei dirigenti dello stabilimento del nucleo industriale dove si producono memorie volatili, sono fondamentali per la sicurezza della produzione e di conseguenza del sito. “Non possiamo ancora tirare le somme di questa discussione”, ha commentato Antonello Tangredi, segretario Fim – Cisl territoriale, “a nostro avviso la cassa va fatta in modo uguale e per tutti. Chi è a casa in smart – working non ha rischi, non ha delle spese da affrontare per raggiungere il luogo di lavoro e quindi è in una condizione ottimale rispetto a chi è in fabbrica.
In discussione c’è ancora anche l’organizzazione del lavoro: il sindacato ha proposto 3 giorni in stabilimento e 13 a casa, ma l’azienda ha chiesto 4 giorni in stabilimento e 12 a casa. La situazione è molto delicata, abbiamo avuto uno scontro frontale con i vertici del sito e ancora l’accordo non è stato sottoscritto. C’è una riflessione in atto che spero si concluda nelle prossime 24 ore”.