Avezzano. Sotto processo per coltivazione casalinga di canapa indiana, vengono assolti perché le piantine non erano ancora mature. Non era possibile sottoporle a dei test scientifici, secondo il tribunale di Avezzano, e non era possibile accertarne le potenzialità.
L’assoluzione è arrivata per una coppia di Avezzano, L.F., 40 anni, e F.D.B., 45. La prima si trovava agli arresti domiciliari quando sono arrivati i carabinieri per un controllo. Hanno visto la donna arrivare a casa dall’edificio adiacente. Così è scattato il controllo e i militari dell’Arma hanno trovato una stanza con alcune piantine di marijuana e della sostanza stupefacente essiccata. Il compagno della donna si trovava in quel momento a casa con lei.
Erano finiti sotto processo entrambi con l’accusa di coltivazione illecita di sostanze stupefacenti. Visto però che le piante non erano mature, i due accusati, difesi dagli avvocati Nunzia Morgani, Luciana Lisciani, Luca e Pasquale Motta, sono stati assolti dal giudice del tribunale di Avezzano Daria Lombardi. Infatti, secondo la Cassazione, costituisce sì reato penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, ma non è punibile nei casi in cui le piante non consentono di ricavare sostanza stupefacente in grado di produrre alcun effetto drogante.