Tagliacozzo. Volete fare i giornalisti? Iniziate a studiare la lingua italiana. Una provocazione che sa di ammonimento quella lanciata ieri durante il Festival della comunicazione Controsenso nel seminario “Come muovere i primi passi nel giornalismo tra i banchi di scuola”, moderato dal giornalista Raffaele Castiglione Morelli. Un confronto che ha visto Roberto Tumbarello, giornalista e scrittore, ricordare aneddotti della sua vita e ricordi della sua carriera che hanno conquistato il pubblico. “Lasciate che i ragazzi facciano quello che amano, io mi sono iscritto per due anni a Ingegneria perchè all’epoca era più difficile contrastare il volere dei genitori. Lavorare è faticoso, fare qualcosa che amiamo invece è un piacere. Feci l’insegnante per due anni, avevo dei figli e dovevo mantenere la famiglia. Dovevo insegnare letteratura francese, ma parlavo di tutt’altro e infatti venni cacciato. Mi sono sentito in colpa anni e anni per aver rubato lo stipendio allo Stato”. Tumbarello ha ricordato di alcune sue alunne che lo ringraziavano anni e anni dopo per averle aiutate a scegliere il loro compagno e il lavoro che amavano e ciò lo ha gratificato molto.
“Un giornalista è un comunicatore che deve comunicare in forma scritta”, ha precisato Guido Ottombrino, neurolinguista, “oggi un pò per mancanza di soldi, un pò per mancanza di tempo alcune figure nei giornali tendono a scomparire come quella del curatore di bozze. La forma è fondamentale nel mondo del giornalismo, io se mi accorgo che qualcosa non è scritto adeguatamente mi fermo. Sono il responsabile dell’università Pegaso di Avezzano che ha un master in giornalismo con nomi importanti del mondo della comunicazione messi insieme grazie alla modalità telematica. Nomi illustri che insegnano ai ragazzi ad amare questa professione e a rispettare le sue regole, perchè questo è quello che conta”. Il quotidiano Il Centro da diversi anni porta avanti il progetto “giornalistudenti” grazie al coinvolgimento delle redazioni dell’Aquila e di Avezzano e delle scuole delle città. “Intercettare l’interesse dei giovani è stato il nostro obiettivo”, ha precisato Domenico Ranieri, caposervizio de Il Centro, ” Bisogna fare in modo che un ragazzo si appassioni. Noi spesso abbiamo un linguaggio desueto rispetto ai giovani, penso per esempio al linguaggio dei social, rapido e veloce, che è lontano da quello della carta stampata. Io quando vado nelle scuole spiego ai ragazzi che le notizie vere devono distinte da quelle false e che l’uso della lingua è fondamentale. Noi vogliamo che quando i ragazzi scrivono possano essere dei cronisti di città. I ragazzi del Liceo Classico Torlonia di Avezzano e del Liceo Classico Cotugno dell’Aquila hanno fatto qualcosa anche più grande di loro. La mia piccola ambizione è quella di trasmettere a chi viene dopo la passione che mi ha spinto a fare il giornalista”.