Avezzano. Azienda e sindacato trovano l’intesa per gestire i 18 mesi difficili che stanno per arrivare: contratti di solidarietà per tutti. Lavorare di meno, ma lavorare tutti. E’ questa la formula che torna di nuovo nella Marsica per tamponare una situazione di emergenza che si è venuta a creare in una delle aziende più grandi del territorio dove vengono prodotti sensori. Ieri pomeriggio, proprio nello stabilimento di LFoundry, azienda, parti sociali e Regione Abruzzo si sono messi a tavolino per ragionare insieme e trovare un’intesa su questa emorragia lavorativa che sta per arrivare nel sito. I problemi da risolvere sono due: da un lato i disagi causati dalla guerra dei mercati tra America e Cina, dall’altro l’aggiornamento del software per dire definitivamente addio al programma di Micron. Per affrontare tutto, come ribadito ieri dal vice presidente Fabrizio Famà, dal direttore del personale Alessandro Albertini e dal responsabile delle relazioni industriali Fabrizio Felli, bisogna stringere i denti tutti e guardare al futuro con ottimismo.
Tante le voci che si rincorrono in queste ore come quella, non confermata, di una possibile vendita delle quote di Smic a una cordata americana. Per il momento di certo ci sono solo un eccesso di ore lavorabili in azienda per i prossimi 18 mesi che dovranno essere gestite in qualche modo. La possibile soluzione, individuata ieri davanti al presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, dopo un lungo confronto, è quella dei contratti di solidarietà che ha avuto subito l’ok delle organizzazioni sindacali e dell’azienda. “A fronte delle dichiarazioni di eccesso di ore lavorabili la delegazione sindacale la direzione aziendale hanno siglato una bozza di accordo per la richiesta di contratti di solidarietà”, hanno precisato le segreterie di Fim – Cisl, Uilm – Uil, Fismic e Failms, “il documento verrà ratificato in Regione martedì sotto l’egida del presidente vicario Giovanni Lolli. In tale occasione la delegazione tutta impegnerà la Regione alla formulazione di un documento a corredo delle future e auspicabili operazioni industriali e finanziarie riassumendo tali prospettive in fase di consolidamento, rafforzamento, sviluppo e crescita, da presentare al più presto al ministero dello sviluppo Economico per incassare il sostegno dello stesso all’intervento”. L’ipotesi di accordo, però, non ha ricevuto l’ok di tutti. La Fiom-Cgil, infatti, per il momento ha preferito non sottoscrivere l’intesa tra azienda e parti sociali riservandosi la possibilità di effettuare approfondimenti sulla questione. L’intesa nei prossimi giorni verrà discussa con i 1.500 dipendenti del sito e poi in Regione con l’obiettivo di arrivare a un testo definitivo da portare al Mise