Tagliacozzo. Continua l’arte a Tagliacozzo durante il XXXIII Festival Di Mezz’Estate. Nel rispecchio del format bellezza e degustazioni, ieri pomeriggio, nel centro storico della città, all’interno del chiostro, è stato inaugurato un nuovo spazio espositivo, inerente al progetto di #Contemporanea2017 curato da Gianluca Rubeo, Emanuele Moretti e Mirco Crisante. Paglia per terra, legna sul muro e il quadro della “Vacca Bruna”. “Mietiture” è il titolo dell’istallazione di Lucio Rosato, professore all’Università degli studi di Pescara e architetto.
Un ambiente rurale nel bel mezzo della costruzione cittadina. Questo è il primo effetto che suscita lo spazio creato. Ad accompagnare l’inaugurazione, un bicchiere di vino bianco e del pecorino per creare un contatto tra lo spettatore e l’opera. Rosato era già stato ospite nella città nella passata stagione autunnale, quando in occasione della mostra dei testi di San Tommaso da Celano e di San Francesco nell’omonimo chiostro, l’autore aveva inaugurato un’interessante istallazione in onore del Santo. Il quadro de “La Vacca Bruna” sembra da attribuirsi a un pittore toscano di fine ottocento. Sembra un originale del Segantini, ma non vi è conferma. Lo stesso Rosato ci ha spiegato la storia del quadro, soffermandosi anche lui sul concetto di bellezza, chiave di questo Festival.
Cosa ha ispirato questa istallazione? Quando sono entrato in possesso di questo quadro, qualcosa in me è cambiato. Ne sono rimasto subito talmente affascinato tanto che quando l’ho appeso in casa, è come se il quadro mi ha parlato volendo per lui tutto lo spazio. Ho pitturato tutte le pareti delle stanze: da giallo, verde arancione sono diventate tutte bianche e gli altri quadri li ho riposti in magazzino. “La Vacca Bruna” ha ispirato in me un forte cambiamento e un contatto di bellezza con questa tipologia di ambiente.
E poi da lì come sei passato alla realizzazione di uno spazio come questo? Fuori la mostra ho lasciato un foglio, racconta la storia di un giovane amico che mi ha chiesto di disegnare la sua casa come erano le case di campagne autentiche e vere. Leggendo le norme, tuttavia, in nome dell’identità e della salvaguardia del territorio si possono realizzare solo case false, disegnate e costruite a imitazione di quelle già esistenti. Per cui il disegno non poteva realizzarsi. Non ho pi l’età per combattere l’arroganza di tecnici incaricati, né posso contare sull’aiuto di ordini professionali che arrancano dietro la politica per ottenere incarichi. Ecco, questa piccola storia, mi ha ispirato questo concetto rivoluzionario di creazione di uno spazio vero autentico e originale.
Il contrasto tra ambiente rurale e costruzione edilizia sembra essere il primo effetto suscitato dall’istallazione. Giusto? Esatto, io spesso realizzo questo spazio in città come Pescara o anche Roma. Lì la differenza è ancora più netta: passare dall’asfalto cittadino alla paglia e immergersi per un momento nell’aria di campagna penso sia un vero momento di libertà per lo spettatore.
Il rapporto tra arte, bellezza e sublime. Cosa ricerca lei nelle sue realizzazioni? Penso che la bellezza sia una delle cose fondamentali dell’essere. È la ragione che costruisce le cose. La bellezza è necessaria all’arte, crea equilibrio e io sono interessato ad essa, nella ricerca delle autenticità delle cose. @RaffaeleCastiglioneMorelli