Avezzano. Lavorare e vivere isolati dagli altri operai nel periodo di quarantena dopo l’arrivo in Italia per salvare la stagione di raccolta sui campi della penisola.
A chiederlo al governo è Cia-Agricoltori Italiani proponendo il modello della Germania, la cosiddetta quarantena attiva, utilizzata anche in altri Paesi europei, che in Italia riguarderebbe circa 100 mila lavoratori comunitari. Si tratta di stagionali provenienti quasi tutti da Romania e Bulgaria reclutati abitualmente dalle aziende italiane, che quest’anno rischiano di scegliere i lander tedeschi.
Secondo Cia questa è la misura più efficace, insieme al rinnovo urgente dei permessi di soggiorno in scadenza il 30 aprile per i lavoratori extra-comunitari regolari, arrivati grazie ai passati decreti flussi. Secondo Cia, il protocollo di “quarantena attiva” già diede in autunno buoni risultati nelle Province autonome di Trento e Bolzano che salvarono il raccolto delle mele, facendo lavorare sui campi squadre di ragazzi dell’Est separate dagli altri italiani, senza contatti con la comunità locale per 14 giorni.
La soluzione è obbligata perché nessun italiano nelle liste di disoccupazione raccoglie gli inviti dei produttori e una quarantena vera, pagati senza lavorare, non è sostenibile. Diverso il problema per il lavoro agricolo degli extracomunitari regolari che hanno bisogno del rinnovo del permesso di soggiorno. Per sbloccare l’emergenza manodopera, Cia ha aderito all’iniziativa del noleggio di voli charter dal Marocco e dopo i primi 189 lavoratori già arrivati per alcune aziende del Fucino e del Veneto, domani ne atterreranno all’aeroporto di Pescara altri 144.