Avezzano. Giovedì pomeriggio, dalle ore 16.30 presso la sala del principe di palazzo Torlonia, il professor Giuseppe Grossi terrà una conferenza su Carmine Grossi, marsicano finito nei campi di sterminio di Mauthausen, in Austria.
Durante la conferenza, organizzata dalla sezione avezzanese dell’Archeoclub Marsica e dalla ProLoco di Avezzano, il figlio del militare italiano narrerà la storia di resistenza del padre, a cui da poco è stata conferita la medaglia d’onore dalla presidenza del consiglio dei ministri, prevista per i cittadini italiani, sia militari che civili, deportati ed internati nei lager nazisti.
Carmine Grossi, nato a Luco dei Marsi il 3 aprile del 1924, nel settembre del 1943 venne catturato dai tedeschi a Trento, dove apparteneva alla quarta compagnia mitraglieri, primo battaglione della sessantunesima fanteria motorizzata. In seguito venne deportato in Austria, in un campo provvisorio di concentramento per militari italiani, Stalak, sui confini austriaci, poi trasferito nel campo di concentramento di Leobersdof e costretto a lavorare per una fabbrica di armi tedesca. Lì venne accusato di sabotaggio all’industria bellica tedesca e quindi tradotto nel campo militare di disciplina di Lazendorf e infine nel carcere “Neuta” di Vienna. In seguito venne portato al carcere centrale della Promenade di Vienna, dove venne torturato e poi processato dalle SS della gestapo. Non avendo confessato, nemmeno sotto tortura, il suo atto di sabotaggio e avendo rifiutato di entrare nella fascista Repubblica di Salò (perché figlio di un socialista e per il giuramento militare al Re d’Italia), venne inviato nel campo di sterminio di Mauthausen per essere eliminato come detenuto politico, in quanto considerato “una minaccia per la sicurezza
del popolo e dello Stato” tedesco. Dopo mille altre peripezie, che verranno raccontate in dettaglio durante la conferenza di giovedì pomeriggio, venne liberato dagli americani. Carmine Grossi morì il 2 dicembre 2009, all’età di 85 anni.