L’Aquila. “La selvicoltura è il settore che più contribuisce ad attenuare il cambiamento climatico. A dimostrarlo c’è il fatto che ogni albero assorbe, nel corso della sua vita, circa 0,700 tonnellate di CO2 atmosferica”. Lo dice Confagricoltura in occasione della
presentazione dell’Inventario nazionale delle foreste del Corpo forestale dello Stato. La crescita del patrimonio boschivo italiano negli ultimi venti anni dimostra che occorre rilanciare il ruolo delle foreste in tutte le loro funzioni: dal sequestro del carbonio, alla tutela della biodiversità, dalla conservazione della qualità del paesaggio, al contenimento del dissesto del territorio. “Aver completato il registro delle foreste e dei serbatoi di carbonio da parte del Corpo Forestale dello Stato è importante per la ridefinizione del Protocollo di Kyoto. – sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli -. Bisogna tenere in adeguato conto il contributo ambientale dato dalle attività agricole e forestali, prevedendo la possibilità per gli Stati aderenti di classificarle come ‘carbon sink’ (pozzi di assorbimento del carbonio) e ‘contabilizzando’ tutte le aree boschive e le coltivazioni di piante produttive ai fini dell’assorbimento di CO2.” Confagricoltura ricorda che quasi i due terzi dei boschi italiani sono privati, soprattutto degli agricoltori, che assolvono con continuità a precisi compiti di manutenzione, pulizia e selvicoltura. “Andrà soprattutto approfondito l’aspetto legato al riconoscimento del ruolo svolto dai gestori forestali – informa Ezio Gasbarro Vice Presidente di Confagricoltura L’Aquila-. In Abruzzo la percentuale di proprietà privata dei boschi arriva al 50%, ma fino ad oggi sono pari a zero le risorse destinate dalla regione per il settore. Le attività selvicolturali, inoltre, sono autofinanziate con la vendita dei prodotti legnosi ma si svolgono sempre con maggiore difficoltà a causa di un regime autorizzativo carico di burocrazia e di adempimenti spesso ripetitivi e datati nel tempo. Si tratta di un servizio di grande valore ambientale reso alla collettività, da valorizzare ed incentivare adeguatamente nel nuovo Quadro strategico di sostegno allo sviluppo rurale”.