L’Aquila. Confagricoltura mette sul tavolo della Regione, in azione per ridisegnare l’assessorato all’agricoltura, la ricetta per “trovare la quadra” sui nuovi assetti organizzativi: riduzione del numero delle direzioni, potenziamento degli uffici periferici, informatizzazione e semplificazione delle procedure ma, soprattutto, formazione e riqualificazione del personale. Schema consegnato dai vertici di Confagricoltura nell’audizione davanti ai componenti le commissioni consiliari regionali agricoltura e ordinamento uffici e Enti locali, chiamate a riformulare l’assetto organizzativo della direzione politiche agricole e di sviluppo rurale, forestale caccia e pesca. “La procedura in corso, seppur mirata a tamponare la situazione
nerata dalla soppressione dell’Arssa, in attesa della più generale riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale ”, afferma il Presidente Fabrizio Lobene, “va gestita con oculatezza, poiché non esistono solo gli interessi dei dipendenti e dei sindacati dei lavoratori del pubblico impiego, ma anche quelli delle imprese agricole abruzzesi e dei cittadini contribuenti con non giustificano più un apparato di 588 dipendenti che si occupano di
agricoltura, quando le imprese agricole diminuiscono di giorno in giorno. 706 solo nell’ultimo trimestre”. In quest’ottica, per Confagricoltura, la
politica deve riconquistare il ruolo di controllo e di mediazione tra gli interessi di quest’ultimi e quelli della classe burocratica e non deve essere risucchiata dalle logiche di consenso spicciolo. La direzione agricoltura, quindi, dovrebbe svolgere questi compiti: elaborazione delle politiche di sviluppo agricolo, di coordinamento, di strategie di intervento in linea con gli indirizzi nazionali e comunitari; nonché fungere da centro di raccordo con Governo centrale, Province, Comunità Montane e Comuni e da referente della Commissione Europea nella gestione dei programmi comunitari. “La soppressione del costoso apparato Arssa, fortemente voluta da Confagricoltura”, evidenzia Lobene, “poiché poco utile alle nostre imprese, è stata giusta, la creazione di altre due direzioni giusto per riassorbire i dipendenti della sede di Avezzano non è una buona idea. Occorre, invece, abolire il ruolo dirigenziale degli Ispettorati Provinciali Agrari, per eliminare duplicazioni, passaggi inutili di carte, sacche di inefficienze. Non è giustificabile il costo di 4 dirigenti per compiti e mansioni che normalmente sono riservati a capo uffici, oltre all’appesantimento burocratico dovuto ai passaggi inutili anche nella prospettiva di sviluppo dei procedimenti informatizzati. Vanno invece potenziati gli uffici periferici degli ispettorati, le UTA, dotandoli di tecnici in grado di assolvere le funzioni di assistenza tecnica e divulgazione agricola, in grado di interloquire con le imprese agricole”. Nella stessa logica, per Confagricoltura, vanno istituiti all’interno delle Uta gli uffici periferici del settore forestale, (con riassorbimento delle attuali mansioni attribuite al Corpo forestale dello Stato) riconoscendo alla selvicoltura il ruolo trainante per le aree interne, mentre va istituito il servizio informativo e informatico agricolo regionale per superare le gravi disfunzioni nella gestione del Psr, nonché quelli dedicati alla Ricerca, all’innovazione e promozione del sistema agroalimentare abruzzese.