Avezzano. Una brutta giornata per l’Abruzzo Agricolo quella del 18 secondo Confagricoltura. “Il Governatore Luciano D’Alfonso”, ha commentato Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura, “ha dichiarato durante la convention della Coldiretti che questa organizzazione professionale è una delle poche cose che funzionano e che le sue qualità e il suo pregio “le consentono di fissare l’agenda delle istituzioni e di aiutare nella produzione normativa”. Nel suo nirvana dialettico non poteva mancare che oggi si torna all’agricoltura perché si ha a cuore il senso della vita, ma di raccoglitori di prodotti agricoli alle cinque del mattino non se ne vedono molti nel nostro Abruzzo e anche di pastori, con buona pace dei dati della Coldiretti su un settore produttivo non in affanno, ma in grave crisi come dicono tutti i dati statistici. E poi ancora sull’irrigazione del Fucino, anche qui dare meriti alla Coldiretti di aver messo alla luce il problema è una esagerazione che tutti gli imprenditori agricoli marsicani possono testimoniare. Coldiretti sarà chiamata a spiegare bene ai suoi soci la mal celata intenzione di creare all’interno del bacinetto delle vasche di compensazione così da sottrarre terra alla coltivazione. Facciamo presente che i 50 milioni di euro scritti nel Masterplan sono la metà dei 90 Milioni previsti dalla Legge obiettivo del 2001 e che il Governo Renzi ha cancellato. E con 50 milioni gli impianti di irrigazione non si realizzeranno. Noi però, imprese vere del comparto (non le 66.000 citate dal Governatore per l’Abruzzo, perché al 31 di marzo 2016 le imprese iscritte alla camera di commercio in Abruzzo sono solo 26.761 e con trend inesorabilmente discendente) quelle che producono e creano occupazione non ci lasciamo incantare da certe fantasie nostalgiche e ingannevoli, quasi credenze superstiziose. Noi conosciamo i fatti e sappiamo ben comprendere cosa realmente stia accadendo. Nel momento in cui si parla di agricoltura a sproposito tutti i giorni, con Coldiretti in prima fila a fare le fusa a Governi nazionali e regionali, con tutta una stampa mobilitata da queste manifestazioni, il settore primario vive la peggiore crisi del secolo con aziende in diminuzione, perdita di capacità produttiva,incrementi di importazioni in tutti i settori. Certamente non erano degli esaltati le migliaia di agricoltori che solo 15 giorni fa hanno riempito le piazze di Roma, Bologna e Reggio Calabria. Ma alla stampa ed alla TV sono piaciute di più le sagre paesane organizzate da Coldiretti lo stesso giorno. Una storia che si ripete, che forse andrebbe illustrata meglio anche al Governatore, perché gli sfuggono i risultati negativi delle scelte di Coldiretti imposte alla politica, in questi ultimi 20 anni e solo su questo D’Alfonso ha ragione: la Coldiretti detta l’agenda alla politica di destra e di sinistra.
In campagna diciamo che la natura ha i suoi tempi, forse anche la politica, ma è davvero dura vivere e lavorare quando ad esempio gli artefici dell’intransigenza burocratica, tra i mali peggiori del nostro settore, sono portati a merito organizzativo.
Poche cose riescono, al tempo stesso, sbagliate e fuori luogo. Ieri il Governatore c’è riuscito”.