San Benedetto. A seguito della condanna a tre anni di reclusione, inflitta dalla corte d’assise dell’Aquila per la more di Collinzio D’Orazio, il 51enne di San Benedetto trovato senza vita il 23 febbraio del 2019 nel fiume Giovenco, le difese annunciano ricorso.
Gli imputati, Fabio Sante Mostacci, 31 anni, e Mirko Caniglia, 30, sono accusati di abbandono di incapace avendo lasciato la notte del 2 febbraio di quattro anni fa il 51enne venne lasciato alla periferia del paese in mezzo ai campi del Fucino in stato confusionale, vicino al fiume, in una notte fredda notte e in un’area fangosa. Questa situazione, secondo la tesi della procura, avrebbe poi provocato la sua morte perché D’Orazio venne trovato senza vita nel fiume Giovenco dopo diversi giorni di ricerche. Una tesi che ha convinto la giuria.
L’avvocato Franco Colucci, difensore di Mostacci, si è detto “fiducioso di arrivare a un’assoluzione piena in appello”. “Attenderemo le motivazioni”, ha aggiunto, “e poi prepareremo il ricorso”. “Nonostante sia stato applicato il minimo della pena”, ha dichiarato all’uscita dal palazzo di giustizia l’avvocato di Mostacci, Mario Flammini, “non sono ovviamente soddisfatto della sentenza in quanto sono convinto della totale estraneità dei miei assistiti alle accuse che vengono loro mosse. Una volta in mano le motivazioni presenteremo ricorso”.
“Ci riserviamo di leggere le motivazioni che saranno depositate tra 90 giorni”, ha dichiarato l’avvocato Antonio Milo, difensore di Caniglia, “e certamente ricorreremo in appello, essendo convinti della totale innocenza del mio assistito”.
“In queti casi non c’è mai qualcuno che vince perché purtroppo una persona, un figlio, non c’è più”, ha sottolineato l’avvocato della parte civile, Stefano Guanciale, “è giusto però che sia stata data una risposta alla famiglia della vittima, soprattutto alla mamma di Collinzio, la signora Teresa, e che sia stata accertata la responsabilità di quanto accaduto quella tragica sera sulla base delle ricostruzione fatta dall’accusa e dalla parte civile tramite le indagini portate avanti dagli investigatori”.