Avezzano. Si è ritrovato a casa una condanna al pagamento di 170mila euro, ma non ha mai partecipato né ha mai saputo del processo. E’ questa l’odissea di un marsicano che ora si è rivolto al tribunale di Avezzano per chiedere l’annullamento del processo.
Un incubo per l’uomo che, a suo dire, secondo quanto spiegato dal suo legale, non avrebbe mai partecipato alle udienze perché mai avvisato. Tutto è cominciato quando una mattina si è alzato per fare colazione e ha sentito suonare al campanello Gli dovevano recapitare per posta la notifica di una sentenza di condanna e precetto per un valore complessivo di circa 170mila euro. Un vero shock che chiunque avrebbe fatto fatica a sopportare senza sussultare e senza avere un mancamento. Ma non solo. Secondo la difesa, l’uomo, prima di allora, non aveva mai avuto alcuna comunicazione preventiva dell’esistenza della causa svolta negli anni passati.
Il fatto è avvenuto a Civitella Roveto e vede protagonista un residente. L’uomo ha ricevuto la maxi ingiunzione di pagamento per un incidente avvenuto ben sei anni prima, quando avrebbe fatto cadere urtandola con la sua bicicletta, un’anziana signora, caduta a terra. Da allora, però, lui non aveva saputo più nulla della vicenda. Nessuna richiesta di risarcimento, nessuna convocazione per un processo. Niente di niente.
Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Aldo Lucarelli, l’anziana signora aveva dato mandato al suo legale di intraprendere una causa risarcitoria. Al termine del processo il presunto investitore è stato ritenuto responsabile di un danno biologico da 170mila euro. Il tutto, però, sarebbe avvenuto, sempre secondo la tesi difensiva, senza mai comparire in tribunale. Infatti la causa si è svolta in totale assenza dell’ipotetico responsabile. Ciò sarebbe avvenuto a causa di un errore di notifica. L’atto introduttivo infatti era strato inviato al vecchio indirizzo dell’uomo.
La causa, durata così cinque anni, è andata avanti in assoluta contumacia, ovvero in totale assenza della controparte, tanto che anche la perizia medica è stata svolta sulla signora ferita, senza alcuna comunicazione nei confronti dell’accusato. Ora il marsicano si trova a dover pagare l’astronomica cifra senza aver mai potuto dare la sua versione dei fatti avvenuti nel 2012 e senza essersi mai potuto difendere durante il processo. Tutto ciò per un lieve incidente tra una bicicletta e un pedone che pare fosse in procinto di attraversare.
Il Tribunale civile ora dovrà decidere se ci sono gli estremi per una revoca della sentenza o se questo presunto errore giudiziario non avrà rimedio con buona pace della condanna, ormai passata in giudicato, e del condannato che ancora non crede a quanto gli stia capitando.