Avezzano. È stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per aver scippato un’anziana scaraventandola a terra e mandandola in ospedale a causa delle ferite riportate. Lo ha deciso la corte d’appello dell’Aquila nei confronti di Mirco Salustri, 33enne di Capistrello, che già in primo grado era stato condannato proprio per una serie di scippi messi a segno in città nel periodo che va tra giugno e settembre del 2020. In quella occasione era stato giudicato con rito abbreviato e condannato dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Avezzano Maria Proia. Condanna quindi confermata in secondo grado.
Il 32enne era stato arrestato dagli agenti del commissariato di Avezzano ad agosto dello scorso anno a seguito dell’episodio di scippo più eclatante, quello ai danni di una 90enne che era stata ricoverata in gravi condizioni in ospedale. Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte dalla procura di Avezzano, anche attraverso l’analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza cittadino, il giovane marsicano aveva venduto la refurtiva a diversi negozi “compro oro” locali nei quali erano stati eseguiti accertamenti.
Le indagini erano arrivate fino a Pescara dove, in un’attività di rivendita oggetti preziosi, erano stati consegnati alcuni monili. Nel corso della perquisizione personale, a cui era stato sottoposto il giovane nei giorni successivi allo scippo, erano stati trovati alcuni oggetti in oro collegati a diversi colpi messi a segno in città. Gli anziani rapinati avevano riconosciuto il giovane anche dagli abiti indossati in occasione degli scippi. A carico del marsicano c’erano anche altri reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti.
Dopo l’arresto, gli elementi a carico dell’indagato avevano portato all’arresto per evitare la reiterazione dei reati commessi. Era rimasto in carcere anche perché il giudice aveva stabilito la sua pericolosità sociale dell’indagato. Gli scippi avevano provocato un forte allarme sociale tra i cittadini di Avezzano. La parte civile era assistita dagli avvocati Franco Colucci e Mario Flammini.