Avezzano. “Nella mia vita, ho sempre sostenuto che le sentenze non si commentano, ma si rispettano. Ci tengo a precisare, tuttavia, di non condividere assolutamente il verdetto; questa pronuncia distorce la realtà dei fatti e offusca l’immagine di un uomo, di un padre, di un funzionario pubblico e di un sindaco che ha dedicato tutta la vita al servizio dello Stato”.
Inizia così il lungo sfogo del primo cittadino di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, alla luce della condanna a un anno e quatto mesi di reclusione per l’uso delle auto blu nel 2014. Una decisione che farà inevitabilmente scattare la sospensione del sindaco, in base a quanto previsto dalla legge Severino
“Pertanto, continuerò a battermi nel giudizio di appello, per provare la mia totale estraneità ai fatti, senza alimentare inutili polemiche”, ha continuato Di Pangrazio, “posso constatare, in ogni caso, che la quasi totalità delle accuse a me rivolte sono cadute nel vuoto. Essenzialmente, infatti, sarei responsabile di una presunta spesa di circa 250 euro, a fronte di oltre 60.000 euro di indennità personali lasciati nelle casse comunali.
Sono certo che nel processo di appello, che si terrà tra pochi mesi, riuscirò a dimostrare la mia innocenza, anche rispetto all’accusa residua, così come già avvenuto per molte delle contestazioni avanzate in primo grado. Infine, voglio ringraziare di cuore i tanti cittadini che non hanno mancato di farmi sentire la propria vicinanza; a tutti loro, prometto di spendermi ancora di più per il bene di Avezzano”.