Avezzano. Si allarga l’inchiesta della polizia contro il fenomeno della concessione di permessi di soggiorno in cambio di denaro. Sono state poste in esecuzione due ordinanze di custodia cautelare richieste dal Sostituto Procuratore David Mancini e disposte dal Gip Marco Billi nei confronti di altrettanti soggetti, responsabili di favoreggiamento dell’ingresso illegale nel territorio dello Stato e della permanenza in condizioni di illegalita’ sul territorio nazionale. Le indagini espletate, coordinate dal Pm David Mancini, hanno consentito di dimostrare che, in relazione a plurimi e reiterati episodi, i due hanno procurato l’ingresso sul territorio nazionale di extracomunitari dietro pagamento di 9.000 euro per ciascun immigrato, sfruttando istanze di nulla osta relative ai flussi migratori 2008 presentate a nome di un’ azienda agricola della Marsica. Le false attestazioni riguardanti la disponibilita’ ad assumere sono state di per se’ idonee ad ottenere i visti di ingresso, grazie ai quali gli stranieri hanno potuto oltrepassare la frontiera in modo formalmente lecito. In realta’ si e’ dimostrato che la sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge per la valida emissione del visto d’ingresso e’ stata, in numerosi casi, attestata falsamente. I due arrestati sono un imprenditore agricolo avezzanese di 42 anni, e un pakistano di 35 anni, fermato a Porto Recanati (Macerata). “Il meccanismo criminale – ha spiegato nel corso della conferenza stampa il dirigente della squadra mobile della Questura dell’Aquila, Domenico Farinacci – e’ stato scoperto grazie alle indagini anche degli agenti del commissariato di Avezzano. Il modus operandi – ha aggiunto – e la tipologia di reato e’ lo stesso dell’operazione che a fine maggio ha portato a 18 arresti, sempre nella Marsica, ma si tratta di due filoni diversi”. Anche in questo caso gli arrestati, entrambi colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, procuravano l’ingresso degli immigrati dietro il pagamento di 9 mila euro per ciascun immigrato. In particolare era il signor Scipioni a occuparsi delle false attestazioni di assunzione, mentre il compito di Mahomod era reclutare gli immigrati. Con questo meccanismo sono riusciti a entrare una trentina di immigrati nel territorio italiano. Una volta entrati, pero’, alla richiesta dei nulla osta per le assunzioni non seguiva nessuna azione concreta. In questo modo gli extracomunitari soggiornavano in Italia in condizioni di irregolarita’. “E’ opportuno – ha detto ancora Farinacci – che questo tipo di situazioni vengano divulgate. Chiunque, che sia imprenditore o una semplice persona che voglia regolarizzare colf o badanti, che si presti ad attivita’ di questo genere, risponde di un reato molto grave, cioe’ favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Non e’ una cosa da sottovalutare in termini di responsabilita’ penale”.