San Benedetto dei Marsi. Il 20 dicembre 1964 nasceva a San Benedetto dei Marsi – in via Fucino 13, la casa paterna di Sabina Santilli – la Lega del Filo d’Oro per i sordociechi italiani.
“Con un metodo riconosciuto unico in Italia e all’estero, la Lega del Filo d’Oro, nei suoi 56 anni di attività, ha riportato i sordociechi italiani a una vita pressoché normale: si laureano, navigano su Internet, usano i cellulari, studiano e lavorano. Grazie Sabina!” afferma Loda Santilli, sorella di Sabina. Avendo perso la vista e l’udito a soli sette anni, Sabina Santilli ha dedicato la sua vita ad aiutare coloro che erano nelle sue stesse condizioni. “Eri sola a combattere” continua Loda “ma hai realizzato un’opera che ha prodotto frutti meravigliosi e per le tue condizioni è stata un’impresa ardua, ma la luce di Dio ti ha condotta senza farti mai inciampare. Hai sollevato tante famiglie che non avevano una porta aperta per la rieducazione dei loro figli disabili. E grazie ai miei genitori, mamma Elisa e papà Pacifico, ammirevoli sotto tutti gli aspetti nell’accettare e gestire una durissima prova”.
“Sabina si faceva un dovere di sostenere moralmente questi compagni di sventura e rispondeva puntualmente a tutte le loro accorate lettere” racconta Loda Santilli. “Il lavoro aumentava sempre più. Allora, per i casi più disperati, decise di portare conforto ed esperienza personalmente, quando seppe che molti di loro erano abbandonati al Cottolengo o addirittura qualche volta anche al manicomio”.
“Dopo uno studio attento, avendo seguito per anni l’attività delle associazioni dei ciecosordi inglesi, americani, francesi, tedeschi, russi, iniziò a tempestare alcuni enti, perché aprissero un settore in seno alla loro attività per la rieducazione di tali soggetti, facendosi accompagnare anche a Roma” continua Loda. “Fu una sconfitta in pieno, si limitò a dire: “Eppure è una cosa urgente e importante per i ciecosordi che da tempo sono abbandonati“. Amareggiata, tornò in paese. Ma non si arrese di fronte alle difficoltà. Scriveva: “Avevo già contatti epistolari all’estero con compagni, conoscendo perciò già i processi fatti all’estero e, considerato il rifiorire della loro esistenza in seno ad organizzazioni proprie, non appena qualcuno si associò alla mia idea prestandomi una mano, decidemmo insieme a questi di costituire anche in Italia un’Associazione nazionale per la tutela e l’assistenza dei non vedenti privi d’udito: la Lega del Filo d’Oro“, sul modello della “National Deaf Blind Helpers League” (Lega nazionale d’aiuto per ciecosordi) in Inghilterra e con scopi più affini a quelli dello “Anne Sullivan Macy Service” negli USA. Sabina chiese la collaborazione in famiglia: prima di tutti a rispondere fu la sorella Nina, insegnante presso la scuola di metodo per ciechi “Augusto Romagnoli” a Roma, e poi tutti i familiari che soli conoscevano l’alfabeto digitale Molossi per la comunicazione”.