Avezzano. Nella battaglia moralizzatrice interna al Pd ha trionfato il senso democratico dei vertici della commissione garanzia che dopo aver ascoltato l’ex segretario provinciale del Pd, Michele Fina, e l’ex tesoriere, Loreto Ruscio, li ha prosciolti da ogni accusa “moralizzatrice” nell’ambito della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il senatore Luigi Lusi. La convocazione si era resa necessaria a causa di una segnalazione da parte del coordinatore di circolo di Celano, Antonello Di Stefano, in merito presunte dichiarazioni pubbliche di Fina e Ruscio ritenute offensive. “Ovviamente il confronto con i garanti ha dato la possibilità di ricostruire le anomalie vissute in Abruzzo e denunciate da noi e da altri in tempi non sospetti. Il chiarimento poteva, in tutta evidenza, svolgersi anche in modo informale ma qualcuno ha voluto utilizzare la Commissione di Garanzia come arma politica. Condividiamo invece la necessità per tutto il Pd di tutelare la funzione “super partes” degli organi di vigilanza anche rispetto ad eventuali contese interne”, hanno spiegato Michele Fina e Loreto Ruscio, “per questo siamo convinti che i nostri Garanti abbiamo sempre svolto al loro meglio il compito che assegna loro lo Statuto, stanti le leggi, le regole e le procedure che sono oggi assegnate al Pd. Ribadiamo quello che abbiamo dichiarato relativamente ad un uso sproporzionato di denaro da parte del Senatore Lusi nell’attività politica in Abruzzo. Gli ultimi inquietanti fatti accertati e le ultime dichiarazioni chiedono di approfondire il dettaglio delle risorse impiegate per “attività politica”. Senza reticenze. In provincia dell’Aquila primarie, congressi, tesseramenti ed altri momenti della vita interna del partito hanno registrato fenomeni anomali. Chi aveva responsabilità politiche ed organizzative di livello superiore avrebbe potuto e dovuto farsi qualche domanda in merito. Magari anche chiedendosi se, come era più che probabile, quelle somme provenissero dalla cassa della Margherita. Di certo domandandosi se era giusto che le dinamiche democratiche del Pd dovessero subire questo pesante inquinamento”. Secondo l’ex segretario Fina e l’ex tesoriere Ruscio, “oggi il problema non è la vicenda giudiziaria che coinvolge la persona di Luigi Lusi né tantomeno coloro che hanno condiviso in buona fede la proposta politica che lui incarnava. Il problema è capire se si poteva fare di più per prevenire il danno. Se si potevano raccogliere le nostre segnalazioni ed approfondirle. Resta, infatti, l’amarezza nel considerare che alcuni appuntamenti politico/elettorali importanti per la provincia dell’Aquila e per l’Abruzzo avrebbero potuto avere un altro esito. Di certo oggi bisogna capire e cambiare. Da una legge per i partiti a norme di trasparenza, regole e meccanismi di controllo più stringenti. Non è utile cavarsela “rimuovendo” il problema e lasciando intatte le cause. Attendiamo fiduciosi un segnale da parte dai massimi vertici nazionali e regionali del Pd. Un segnale rivolto ai tanti militanti ed amministratori locali del territorio che negli anni sono stati baluardo della legalità e delle regole”.