Avezzano. “Centoventi giorni per tentar di risolvere una qualcosa che ad oggi è impalpabile e di poco significativo, nonostante il suo impegno costante e giornaliero. Ci dispiace constatare ciò, ma questo è lo stato dell’arte che la città di Avezzano ha al suo cospetto ed al cospetto degli addetti ai lavori”. Questo il commento degli ex consiglieri comunali, Roberto Verdecchia e Cristian Carpineta sull’operato del commissario prefettizio, Mauro Passerotti.
“Immobilismo ingiustificato, alla luce del fatto che gli atti amministrativi erano già sviluppati e la volontà del Consiglio Comunale era stata, più volte, palesata, dando al riguardo indicazioni ben precise”, hanno continuato i due, “nel consiglio comunale straordinario del 22 ottobre 2018 e del 29 aprile 2019 anche su richiesta del 13.3.2019 da parte del gruppo consigliare del Pd che sollecitava un consiglio straordinario. Si parla dello spostamento del mercato settimanale del sabato in centro, dove dopo le serrate degli ambulanti per tutto il mese di ottobre 2018, gli stessi come noi tutti cittadini siamo stati derisi dall’allora amministrazione con le delibere di giunta del 1 e 18.10.28 n. 205 e 218 e quella del 6 novembre 2018 n. 234, che trattavasi di “prova sperimentale” di limitata durata (da sabato 13.10.2018 all’anno domini).
Ebbene, ciò che in Italia è drammaticamente provvisorio rischia di diventare drammaticamente definitivo. Proprio per questo l’abbiamo sollecitata più volte (da ultimo il 19 settembre 2019 durante un colloquio con Lei durato tre ore), ove ben si è accorto che qualche consigliere le ha risposto forse in senso non conforme al suo stile della pacifica e pacata discussione amministrativa. Tuttavia, a distanza di altri venti giorni, oggi sentiamo parlare del nulla, addirittura l’ufficio competente ed il dirigente e funzionario parlano di ben cinque ipotesi di collocazione in centro, nonostante il Consiglio Comunale del 29 aprile 2019 abbia deciso su tale argomento in modo pacifico ed unitario, ma ancora non si viene a capo poiché manca questo o quel parere sulla viabilità che tarda ad arrivare da qualche dirigente o perché ogni tanto chi è stato defenestrato come primo cittadino compie raid negli uffici e non si comprende bene a che titolo se del tutto per motivi personali o strettamente politici, tesi a far ritardare l’agognato evento.
Nostra intenzione è soltanto ricordarle che esiste un atto amministrativo che deve essere rispettato non solo e tanto da Lei, che è “uno e trino”, ma soprattutto dai dirigenti e funzionari comunali che debbono dare seguito all’imput amministrativo così come deciso e ratificato dai Consiglieri Comunali in data 29 aprile 2019. Senza nulla aggiungere ed osservare inoltre sul fatto che, il mercato del sabato, lì collocato dalla sua origine non ha alcuna autorizzazione e nessun requisito tecnico sulla sicurezza.
Vede, come ex amministratori siamo orgogliosi di aver cambiato le sorti del Governo della città e possiamo garantirle di non averla con Lei, ma non tolleriamo ciò che gli uffici pubblici dovevano fare e non fanno e quella del trasferimento del mercato del sabato non è che una delle tante, visto che il giorno della liberazione della città di Avezzano (val bene ricordarlo a tutti 8 giugno 2019), all’unanimità si statuiva con delibera di Consiglio Comunale verbale n. 27 punto n. 7, che gli uffici avrebbero dovuto provvedere con urgenza all’annullamento di tutte le sanzioni amministrative contestate attraverso la maldestra apposizione dell’apparato di rilevamento di infrazioni (c.d. T-RED), nell’intersezione di via XX Settembre via dei Fiori e ciò in relazione a tutte quelle emesse dal dicembre 2018 sino al 3 aprile 2019, data in cui esisteva ancora la c.d. doppia striscia ingannevole, che ha visto centinaia di cittadini (avezzanesi e non) essere immortalati ingiustificatamente per una violazione mai compiuta. Altri (i più accorti e fortunati), contestando l’atto attraverso un ricorso hanno ottenuto il giusto riconoscimento da parte della autorità giudiziaria, con addebito delle spese a carico della pubblica amministrazione, che così invece di fare cassa e raggiungere quota 2.200.000 euro per gli anni 2019/2021, le svuoterà nel momento in cui arriveranno le richieste degli interessati inerenti il rimborso delle spese legali liquidate ai rispettivi legali.
Avevamo chiesto massima interlocuzione ed un suo interessamento diretto e non indiretto del dirigente pro=tempore, visto che questi unitamente e ci permettiamo di dire “in concorso all’ex assessore ed all’ex primo cittadino”, sono stati i responsabili dell’intera situazione, animati di fare esclusivamente cassa, ma sul punto nulla abbiamo saputo, ne in relazione agli incontri davanti il Prefetto e ne tantomeno agli atti che il settore doveva porre in essere. Le ricordiamo semplicemente che i ricorsi seguitano ad essere decisi ed il Comune continua ad essere chiaramente soccombente, ulteriori, sempre più rare sanzioni amministrative seguitano ad arrivare seppur in modo tardivo e seguitano ad essere impugnate con un esito prevedibile, migliaia sono pendenti davanti il Signor Prefetto dell’Aquila, che dovrebbe avere come unico interlocutore Lei (o il suo vice) e non altri (alias il dirigente), ovvero colui che con altre persone a noi tutti note, hanno inondato cittadini avezzanesi e non, di sanzioni amministrative irregolari.
Anche su tale punto le chiediamo di incidere e di valutare a centoventi giorni dalla sua carica il da farsi e dare risposte esaurienti. Non ce ne voglia, se abusiamo della sua pazienza, ma vorremo ricordarle quale ulteriore argomento sensibile ai più, ovvero a tutti i cittadini di Avezzano, che all’ultimo colloquio sempre Lei si era riservato di porci a conoscenza dello stato dell’arte del recupero di una somma di denaro di circa un milione di euro e qualche spicciolo per la precisione -1.014.336,80- (vertenza Comune di Avezzano c/ Gielle) attraverso l’interessamento dell’ufficio legale interno, che oltre ad un pignoramento immobiliare di qualche centinaia migliaia di euro certamente non potrà andare.
E siccome il pagamento è avvenuto con bonifico (come segnalato con l’interpellanza del 22.3.2019 n. prot. 14572 a nostra firma -rimasta lettera morta di certo non per sua responsabilità- ma perché sull’argomento non si è mai convocato alcun consiglio straordinario), le ricordiamo che il bonifico stesso ha la sua tracciabilità, per cui ci eravamo permessi di “sollecitare” ulteriori forme di recupero integrative a quella dell’ufficio legale, anche promuovendo azioni che potrebbero portare ad esporre il legale rapp.te della società in liquidazione (che nelle more di tempo in data 24.05.2019 ha fatto pervenire un atto di significazione –sic???-) a sequestri giudiziari di natura penale – qualora Lei volesse intraprendere detta strada o azioni revocatorie se il debitore nel corso del tempo ha deciso di non restituire detta somma distogliendola a favore di terze persone. Tuttavia anche su tale punto ci è davvero difficile capire lo stato dell’arte ed il soporifero silenzio degli atti. Rimaniamo fiduciosi di un suo più che concreto interessamento e confidiamo in sue puntuali e certe risposte più che concrete”.