Celano. L’azione iniziata con la denuncia presentata dal Comitato “Acqua nostra” alla Procura della Repubblica attraverso i Carabinieri di Celano in data 23 marzo 2013 e grazie anche all’atto di diffida indirizzato al Cam il 4 di novembre 2013, sottoscritta con un modulo appositamente predisposto da oltre 3mila cittadini di Celano, hanno finalmente prodotto i risultati che ristabiliscono l’esatta dimensione del problema: “I cittadini pagano per un servizio che non ricevono, ossia la depurazione”. La Procura della Repubblica, a seguito di indagini complesse e lunghe svolte dagli organi della Polizia Provinciale e di altre Armi, ha ritenuto di mettere sotto inchiesta il vertice precedente e quello attuale del Cam, configurando reati gravi consumati a danno dei cittadini Celanesi e marsicani. “La nostra prudenza nell’accettare il corso delle cose in questi anni e le lungaggini della Procura che ci venivano spiegate in ragione della complessità della materia sottoposta ad indagine- Sostiene Gianvincenzo Sforza- ci hanno indotto ad una posizione attendista e dilazionatoria che oggi ci consente di chiedere agli organi preposti e agli Enti di riferimento la sospensione in modo cautelare del pagamento delle bollette e di esercitare azioni legali per il risarcimento di quelle già pagate”. “Ci dispiace che molti nostri concittadini, presi da una eccessiva fretta e dalla convinzione che il Comitato stesse perdendo solo tempo, hanno pagato le bollette che noi avevamo consigliato di sospendere- continua il Portavoce Sforza- ora è legittimo che in attesa del giudizio finale da parte del Tribunale i cittadini continuino a sospendere il pagamento delle bollette e fino a quando il Cam (o l’Ato) decurtino le somme percentuali riscosse attraverso le bollette per la depurazione e non dovute dagli utenti”. “Per vedere riconosciute le nostre ragioni già espresse nei documenti di denuncia e di diffida da noi presentati- conclude Sforza- come Comitato portatore di legittimi interessi collettivi, insieme ad alcune associazioni di consumatori con le quali già da mesi siamo in contatto, ci costituiremo parte civile nel procedimento aperto dalla Procura”. Nei prossimi giorni- sostiene il Comitato- rivolgeremo ai celanesi l’invito ad aderire ad una azione promossa a tutela degli interessi legittimi e che permetterà agli utenti di tutelare i loro diritti a non pagare per un servizio che non ricevono. Perentorio l’invito (poi ognuno può regolarsi come meglio crede) a continuare a non pagarele bollette ricevute o che stanno ricevendo in questo periodo. I risultati, se adeguatamente cercati attraverso le leggi e non solo attraverso strilli inopportuni, arrivano a sancire la verità.Il Comitato invita il sindaco di Celano a farsi parte attiva nel continuare ogni azione legale tendente al recupero delle somme che il Cam deve al nostro Comune, giungendo anche al sequestro cautelativo delle somme portate dai ruoli costituiti dalle bollette che i celanesi dovranno pagare in futuro. Il sindaco, in questa vicenda specifica, torni a dare fiducia ai cittadini che vogliono continuare a lottare per un loro sacrosanto diritto: la giustizia.