Celano. Il Comitato Acqua Nostra coordinato da Gianvincenzo Sforza fa il punto su quello che è accaduto al Cam e rimarca la necessità per il Comune di Celano di creare un “subambito”. “E’ ormai noto ai più che il nostro Comitato ha condotto una battaglia, ancora in atto, che mira a ristabilire la giusta dimensione in una vicenda che ormai è giunta ad un punto di “non ritorno”: la risoluzione definitiva di ogni rapporto tra il Comune di Celano, la sua popolazione e il Consorzio Acquedottistico Marsicano”, ha spiegato Sforza, “il sodalizio ha saputo, in un anno e mezzo, promuovere forme di lotta estreme alternate a spazi di riflessione e confronto con il Comune, con il Cam, con le Istituzioni di ogni livello e con la popolazione, a cui va il massimo rispetto. Questa attività lunga e laboriosa, ricaduta sulle spalle di pochi volenterosi spesso sbeffeggiati, ha prodotto alcuni risultati tangibili e che fanno ben sperare per una diversa gestione delle nostre reti in assonanza con le leggi nazionali e le norme regionali. Inutile ripetere quali le mancanze del Cam nei confronti dei celanesi tutti e quali le sue criticità evidenziate, dopo tanto, anche dal Commissario Unico per il Ciclo Integrato delle Acque della Regione Abruzzo il quale, aderendo al dispositivo di precise leggi nazionali ed europee, ha sancito la non conformità del Cam S.p.A. nella prosecuzione della gestione in House delle reti idriche di Celano e della Marsica. I risultati dell’azione del Comitato fin qui raggiunti sono: primo, la fattibilità del rientro del debito che il Cam ha nei confronti del Comune ( poco meno di 2milioni di euro) attraverso la riscossione diretta delle bollette che i celanesi debbono pagare, così come stabilito in linea di massima nella riunione del 3 Gennaio 2014. Secondo, la possibilità di dare vita ad un “Subambito” che consorzi 3 comuni (potrebbero essere 4) che potrebbero, come prevede la legge nazionale e la normativa regionale, gestire le proprie reti senza creare organismi gestionali costosi e politicizzati. Sia per la compensazione del credito, sia per l’istituzione del “Subambito” sono state costituite le basi operative a cui va dato seguito. Per definire la vicenda e dare seguito ai risultati su descritti occorre l’impegno amministrativo e politico del sindaco Filippo Piccone! La popolazione di Celano si aspetta risultati concreti e coglierli pienamente dipende anche dal sindaco Piccone, non potendo il Comitato “A tutela di Celano- Acqua nostra” sostituirsi alle istituzioni, al Comune, entità giuridiche con le quali, è innegabile, il sodalizio ha collaborato pienamente per determinare lo stato di fatto a cui si è giunti.Non servono ambiguità e bisogna parlare chiaro con i cittadini bandendo secondi scopi che istituzioni, ad ogni livello, potrebbero avere sulla vicenda. Al comitato interessa se i 32 sindaci del Cam S.p.A., ricorrendo alla “bacchetta magica” detenuta dal sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio recentemente eletto ai vertici societari, ripianeranno in pochi mesi ben 70 milioni di debito; se la società sopravviverà o meno superando gli ostacoli frapposti dal Commissario Caputi; se l’assessore Angelo Di Paolo, in riunioni “carbonare” nella sede del Cam, arrivi a garantire agli accoliti una improbabile sopravvivenza (le elezioni regionali si avvicinano e i celanesi si ricorderanno di alcuni atteggiamenti assunti); se il Cam, in futuro, garantirà ciò che non è riuscito a garantire fino ad oggi: una gestione economica sana, una efficienza operativa e una depurazione che attualmente non viene fatta con danno all’ambiente e dell’economia di tutta la Marsica. Al comitato interessa che il sindaco faccia ciò che ha promesso; che Celano torni a gestire le sue reti grazie di un “subambito”, e che il Cam e i suoi presunti “risanatori” abbandonino definitivamente la nostra città che, oltre alle sue reti vuole recuperare la propria dignità che gli deriva dalla sua storia e dalle generazioni del passato !