Sulmona. “C’è bisogno di una soluzione definitiva, che sia legata alle reali esigenze di giustizia del territorio e non ad una ossigenazione tempo-dipendente. Ad oggi, un piano delineato ancora non c’è: il Ministro Nordio sta lavorando ad una riforma – da portare sul tavolo del Consiglio dei Ministri già a fine maggio – che alleggerisca i tempi della giustizia ed eviti campi minati inutili agli amministratori, spesso bersaglio di immotivati lacci alle caviglie. Ci aspettiamo un cambio di passo analogo anche sui Tribunali”, lo afferma il primo cittadino di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio che, d’intesa con tutti i componenti del Comitato di difesa dei quattro tribunali abruzzesi soppressi, ha convocato per oggi una nuova riunione operativa del tavolo di coordinamento che si svolgerà a Sulmona alle ore 12.
“La riunione, che teniamo in Comune, sancirà un passaggio fondamentale – sottolinea il primo cittadino Gianfranco Di Piero – faremo il punto della situazione alla luce dell’ultimo documento di proroga, che posticipa di un solo anno, ovvero fino al 1 gennaio 2025, la data di chiusura dei Tribunali. Al dato temporale, però, non è seguita la tanto auspicata e più volte richiesta riapertura delle piante organiche. Ad oggi – e siamo a marzo – il vulnus permane. Sarebbe necessario che il Governo si faccia carico di far funzionare queste strutture, che sono dei presidi insostituibili per i cittadini, per il territorio e un argine alla micro e macro-criminalità”.
A fine anno 2022, i sindaci e i quattro presidenti degli ordini forensi delle città coinvolte dal taglio e dalle proroghe della vita delle sedi di giustizia vennero ricevuti a Roma dal Ministro, dal suo vice e dai due sottosegretari. In quella sede, i piani alti della politica avevano assunto pubblicamente l’incarico, all’anno nuovo, di aprire un tavolo tecnico nazionale per analizzare le conseguenze e gli effetti dell’ultima riforma della Giustizia risalente al 2012, “rea – secondo il sindaco – di aver sottoposto l’Abruzzo ad un impoverimento senza eguali della risposta di giustizia territoriale. La proroga, ricordo, deve essere funzionale allo studio di un nuovo disegno della geografia giudiziaria, che riguardi tutta Italia”.