E’ con l’arrivo del caldo che nelle campagne del Fucino inizia la vera lavorazione dei prodotti coltivati. Le giuste temperature, infatti, permettono un trattamento del terreno che fino a qualche mese prima era impossibile da praticare a causa del brutto tempo e delle intemperie, che spesso rallentano o addirittura distruggono il lavoro portato avanti fino a questo momento.
Tra i protagonisti delle aziende del Fucino, c’è Ortomedia di Angelucci Modesto (per maggiori dettagli, clicca qui), specializzata nella lavorazione e commercializzazione dei finocchi. Prodotti immancabili nella dieta mediterranea, la cui coltivazione richiede impegno, tempo, sacrifici e passione. Ve lo abbiamo raccontato nel corso dei precedenti articoli, parlandovi del trapianto (leggi l’articolo completo qui) e della semina diretta (scopri tutte le informazioni qui).
Oggi continueremo il nostro viaggio alla scoperta del processo di coltivazione del finocchio 100% made in Marsica, descrivendo quelle che sono le operazioni che seguono l’aumento delle temperature.
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Addio al telo tessuto non tessuto per la stagione del caldo.
Il telo tessuto non tessuto ha la funzione di coprire e proteggere il terreno dai primi freddi e dalle gelate. Quando le temperature si rialzano, quindi, è possibile anche farne a meno. Una volta tolto, il campo si lascia riposare per tre o quattro giorni. Questo perché dopo essere stato a lungo sotto il peso del telo ha bisogno di omogenizzarsi; immaginiamo di portare per tutto il giorno il cappello, una volta che lo togliamo i capelli devono avere il tempo di rimettersi in ordine e nella loro forma naturale. Lo stesso vale per il campo.
Inoltre, durante questa fase ci potrebbero essere delle amare sorprese. Solo dopo aver rimosso il telo, infatti, si viene a conoscenza degli eventuali danni causati dal freddo e dalle gelate. Si possono verificare fallanze su cui si interviene in base alla quantità interessata: nei campi dove la percentuale è bassa si continua con la coltivazione, nei campi dove la percentuale è alta, invece, si ricomincia da capo.
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Lavorazione del terreno: sarchiatura, zappatura, concimazione e irrigazione
Una volta esaminato il terreno, in base alle caratteristiche attraverso cui si presenta, si sceglie il tipo di lavoro da eseguire. A seconda della pulizia (presenza o assenza di erbe infestanti) o della morbidezza della terra, si valuta se usare la fresetta o la sarchiatrice. L’obiettivo è quello di formare delle cunette a ridosso delle radici delle piante coltivate così da formare una pendenza che permetta una buona irrigazione e una adeguata copertura. Si passa successivamente alla zappatura a mano: ciò permette di ripulire il terreno dalle erbe infestanti e rompere la crosta superficiale che si forma, consentendo in questo modo una migliore ossigenazione del suolo che permette la crescita vigorosa della pianta.
A seguire si procede con la concimazione, l’irrigazione e i trattamenti adeguati con appositi medicinali.
“Tutte le valutazioni e le verifiche che facciamo sul terreno, sono necessarie a garantire la riuscita di un buon raccolto. Investiamo noi stessi e le nostre conoscenze per assicurare un prodotto omogeneo, bello e soprattutto di qualità”.
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