Ovindoli. Un colpo da 100mila euro messo a segno dopo un pedinamento e che forse, in principio, doveva essere una rapina. A farne le spese è stato un imprenditore marsicano seguito per giorni e studiato nei suoi movimenti. Quattro persone, tra cui un gancio, avrebbero studiato le sue abitudini e registrato i suoi movimenti, in modo da portare a termine il colpo portare via l’incasso delle sue attività, circa centomila euro. A denunciare l’accaduto è stato il noto imprenditore Giancarlo Bartolotti, responsabile degli impianti sciistici di Monte Magnola, una vera autorità nel settore turistico marsicano, uomo d’altri tempi e personaggio di spicco tra gli operatori del settore. Sotto accusa sono finite quattro persone, C.C., 46 anni, C.B. (44), C.M. (43) e S.M (44), tutte residenti nel Nord Italia, indagate per furto aggravato. S.M. sarebbe il gancio tra gli altri tre e l’imprenditore marsicano, anche lui originario del Nord.
I fatti risalgono a settembre 2014 quando, secondo l’accusa, l’imprenditore è partito da Ovindoli con la sua macchina e con degli incassi. Gli indagati, tutti difesi dall’avvocato Emilio Amiconi, secondo la procura sapevano che, in quel periodo, Bartolotti era solito trasportare il denaro con la propria macchina. Erano venuti a conoscenza, sempre secondo l’accusa, delle sue abitudini grazie al basista, che conosceva l’imprenditore. Si sarebbero recati più volte a Ovindoli senza però passare mai all’azione. Avendo acquisito queste informazioni, giunti al giorno del colpo, sembra sapessero di una consistente somma di denaro trasportata in una borsa. Lo avrebbero così seguito in direzione Celano. Durante il tragitto avrebbe lasciato per qualche minuto l’auto incustodita. In modo del tutto estemporaneo, sempre secondo la tesi accusatoria, quella che era stata programmata come una rapina si è trasformata in un furto. Gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Avezzano, coordinati dal pubblico ministero Vincenzo Barbieri, al termine di una complessa attività di indagine che ha coinvolto anche investigatori di altre regioni, sono riuscite a risalire a quattro persone. Sarebbero state visionate anche le telecamere dei caselli autostradali. Ora sono accusate di aver pedinato in più occasioni l’imprenditore fino a derubarlo.