L’Aquila. Il salvataggio di S.T., il 28enne di Tivoli, è avvenuto nel maltempo e con il terreno molto scivoloso perché invaso dall’acqua. Sul sentiero c’erano altri numerosi altri escursionisti, scrive l’Ansa, e come prima istituzione, i carabinieri forestali che hanno udito il boato provocato dal fulmine mentre stavano facendo una curva in discesa ad un centinaio di metri dalla scena. I soccorritori. Lì il giovane è stato caricato sull’elicottero del 118 con i soccorsi che venivano coordinati dalla pattuglia dei carabinieri forestali. I due giovani superstiti invece sono tornati a fonte Cerreto con la funivia. Da lì con l’ambulanza sono stati trasportati in ospedale. I soccorritori hanno raccontato che il fulmine è caduto in una zona dove erano presenti molti escursionisti e quindi il bilancio poteva essere più grave.
Secondo fonti dei carabinieri forestali emerge che sono stati numerosi gli escursionisti che in condizioni proibitive stavano salendo in alta quota anche con equipaggiamenti non adatti e sono stati invitati a tornare indietro dai carabinieri forestali.
I carabinieri forestali intervenuti per primi grazie alla sorveglianza in alta quota
“La pattuglia dei carabinieri forestali era a cento metri dai tre giovani colpiti da un fulmine a Campo Imperatore mentre le condizioni atmosferiche erano proibitive, quindi sono stati subito attivati i soccorsi che sono arrivati molto velocemente. Sono stati momenti drammatici in cui è stato evidente che uno dei tre giovani era in condizioni molti gravi, essendo esanime a terra”. Così fonti dei carabinieri forestali sul grave fatto di cronaca acceduto nel pomeriggio sul versante aquilano del Gran sasso dove tre giovani sono stati colpiti da un fulmine che ha ferito tre giovani escursionisti, di cui uno è ricoverato in coma farmacologico nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. “C’erano anche dei passanti che avrebbero potuto dare l’allarme”, continuano ancora i carabinieri forestali, “ma la nostra presenza nell’evento drammatico, è stato un episodio favorevole”. La pattuglia di sorveglianza di alta quota assicura un servizio che i carabinieri forestali svolgono durante il periodo estivo per essere polizia di prossimità nelle aree
più sensibili del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga.
La drammatica testimonianza: “Sotto choc tra pioggia e grandine”
Lo hanno preso sulle spalle il giovane gravemente ferito ed esanime, per portarlo a circa 600 metri a valle proprio poco sopra l’osservatorio astronomico. “Siamo stati colpiti da un fulmine mentre scendevamo in mezzo alla pioggia, alla grandine, e il nostro amico sta male”. È questo il drammatico racconto dei due escursionisti superstiti in stato di choc dopo la caduta del fulmine che aveva colpito il loro amico, ora ricoverato in coma farmacologico all’Aquila, a Campo Imperatore, ai soccorritori che sono intervenuti per fornire sostegno e cure ai tre giovani.
Il precedente ieri fra i monti dell’Alta Val Chisone (Torino)
Solo ieri, infatti, un’altra tragedia dovuta al maltempo: mentre affrontavano in mountain bike la pista dell’Assietta, fra i monti dell’Alta Val Chisone (Torino), sono stati uccisi da un fulmine l’industriale Alberto Balocco, 53 anni, titolare della celebre e rinomata azienda dolciaria, e l’amico Davide Vigo, 55 anni, originario di Torino e residente in Lussemburgo.
I corpi erano sullo sterrato, scrive l’Ansa, a pochi passi l’uno dall’altro, all’altezza di un tornante, e a trovarli lì, sulla strada, un automobilista di passaggio che ha subito dato l’allarme. L’eliambulanza è riuscita a far sbarcare un’equipe medica che ha tentato la rianimazione cardiocircolatoria, ma senza esito positivo.
Sono circa un milione l’anno i fulmini che si abbattono sull’Italia e stanno diventando sempre più numerosi. Nonostante i gravi incidenti di questi giorni, i morti invece diminuiscono, e si calcola che siano in media 20 l’anno, ha spiegato il fisico dell’atmosfera Teodoro Giorgiadis, dell’Istituto di Biometeorologia del Cnr. Causa di questa riduzione, ha rilevato l’esperto, “sono stati probabilmente i migliori sistemi di isolamento”, dai parafulmini ai salvavita, fino ai disaccoppiatori ottici, ossia i dispositivi che rompono la continuità della corrente elettrica. I mesi più a rischio rimangono quelli estivi, ovvero luglio e agosto, e gli alberi sono tra i bersagli ideali, come lo è però tutto ciò che, svettando dal suolo, costituisce una sorta di “puntale” capace di attrarre la scarica elettrica. Essere colpiti da un fenomeno del genere può comportare gravi danni: dalle severe ustioni, fino ad arrivare alla morte per arresto cardiaco.
Gli “scienziati dei social” che proprio non ce la fanno a tacere
Anche in questo caso, come in numerosi altri interventi di soccorso in montagna, agli articoli pubblicati in rete sono seguite decine di commenti anche violenti nei confronti di chi amando la montagna, si appassiona delle montagne d’Abruzzo. E che si trova ad avere incidenti più o meno gravi.
Se da un lato, giustamente, tutti i corpi dei soccorsi investono sulla comunicazione della prevenzione, non sottraendosi mai nemmeno a interviste sulla stampa e a interventi pubblici e di sensibilizzazione ai temi legati alla sicurezza in montagna, dall’altro c’è chi, davanti a eventi drammatici, continua a condannare e insultare.
Chi non riesce a tacere nemmeno davanti a un giovane colpito sfortunatamente da un fulmine. Un 28enne che sta lottando tra la vita e la morte e al quale tutto l’Abruzzo per bene augura di tornare presto a scalare le cime della regione verde d’Europa!
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