Oricola. Scatta la protesta contro l’accordo del 28 gennaio per la vertenza Coca Cola. Il “No ad accordi bidone e no ad accordi palliativo”, siglati invece da Cisl e Uil è stato manifestato nel corso il sit-in a largo Carlo Goldoni, nel centro di Roma, animato da una cinquantina di dipendenti dell’impianto Coca Cola in Abruzzo. Secondo Giancarlo Desiderati, segretario provinciale della Flaica Cub Roma, l’accrodo “porta alla precarizzazione dei lavoratori della logistica dello stabilimento di Oricola”. Dopo i ripetuti scioperi e le manifestazioni tra Oricola e la Capitale, il sindacato di base torna in piazza per invitare a “non consumare Coca Cola finché la situazione non si sarà sbloccata”. Lo slogan dello sciopero rimane “Io non me la bevo””. “La multinazionale Usa punta alle esternalizzazioni e alla creazione di una cooperativa pur avendo fatturati alle stelle. L’accordo di fine gennaio per ora ha il solo effetto di far risparmiare tantissimi soldi al colosso delle bollicine sul contributo di ingresso all’Inps per le mobilità, che, non a caso, è di circa sei mensilità ma si riduce della metà in caso di accordo sindacale”, dice ancora il sindacalista.
Flaica Cub Roma punta l’indice anche contro le modalità che hanno portato alla chiusura della vertenza. “Solo una ventina di addetti, su un totale di 150, infatti, ha partecipato al referendum per la conferma dell’intesa – afferma Desiderati – A nostro avviso Cisl e Uil hanno aperto le porte all’istituto della cooperativa, anziché combatterlo, contravvenendo alla loro naturale missione: stabilizzare e non precarizzare il lavoro. Coca Cola, da quando è arrivata in Abruzzo negli anni ’80, si è avvalsa di leggi e contributi pubblici per tirar su i suoi stabilimenti, ha beneficiato di molte agevolazioni fiscali, ha sfruttato in modo massiccio e a titolo pressoché gratuito le risorse idriche, persino la famosa Acqua Marcia di Roma. Continuereremo a lottare per la riassunzione diretta nello stabilimento degli addetti della logistica, promuovendo al contempo campagne di sensibilizzazione a livello nazionale”.