Clinica chiusa, scatta la cassa integrazione per i lavoratori della Santa Maria. Il sindaco: «sono disgustato
Avezzano. Arriva la cassa integrazione per gli 80 lavoratori della Santa Maria. SUbito dopo la chiusura della clinica avezzanese, l’unica del gruppo Villa Pini ad aver chiuso dopo i tagli e le vicenden della famiglia Angelini, c’è una notizia positiva all’interno della situazione negativa. Il mancato rinnovo delle convenzioni da parte della Regione per il reparto di maternità ha portato alla chiusura della Santa Maria. Era oramai assodato che la clinica non potesse più sopravvivere con le poche attività sanitarie rimaste dopo i tagli. Secondo il Piano di riordino sanitario la Santa Maria sarebbe dovuta rimanere aperta con 29 posti letto, convenzionati con la Regione. Il sindaco Antonio Floris, commentando la notizia della chiusura della clinica, si è detto «semplicemente disgustato disgustato dalle prese per i fondelli». Floris si era impegnato su più fronti per salvare la struttura. L’ultima iniziativa risale a novembre quando ha inviato una lettera al curatore fallimentare della Casa di cura, Giuseppina Ivone, per chiedere nuovi posti letto e nuovi servizi per fronteggiare la situazione di difficoltà. Floris aveva inoltre chiesto invano che venisse verificata la disponibilità della Asl Avezzano Sulmona L’Aquila a sottoscrivere un accordo che mettesse a disposizione dell’utenza della Santa Maria un numero di posti letto da concordare per fronteggiare eventuali carenze nell’offerta sanitaria. Ma anche in quel caso non ci sono state risposte. E così, da oggi, la clinica che ha fatto nascere intere generazioni non esiste più. Nonostante le proteste degli agguerriti dipendenti della casa di cura dell’ex gruppo Angelini, e nonostante gli svariati tentativi di salvare l’importante struttura, uno dei punti di riferimento del territorio marsicano, non si sono trovate, o non si sono volute trovare, soluzioni.