Avezzano. Cgil-Cisl e Uil bussano alla porta del sindaco, Giovanni Di Pangrazio, per chiedere ad Asl e Regione di rimodulare il riassetto del sistema sanitario che penalizza in modo inaccettabile la Marsica, con particolare riferimento alla Clinica Di Lorenzo, costretta a licenziare 18 persone con la pesante riduzione di posti letto e budget. I rappresentanti di categoria, Antonio Ginnetti, Giuseppe Capoccitti, Fabrizio Truono e Giuseppe De Angelis, accompagnati da Rsu e lavoratori, hanno chiesto il sostegno al primo cittadino di Avezzano, “città guida della Marsica, di farsi carico, insieme ai sindaci marsicani e ai sindacati, della difesa della sanità e del lavoro, affinché l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi della sanità sia attuata all’insegna dell’equilibrio e della giusta misura dalla Regione. L’attuale piano”, hanno sostenuto i sindacati, “penalizza in misura inaccettabile la Marsica”. Il sindaco, -accompagnato dal Presidente del consiglio comunale, Domenico Di Berardino- che nei giorni scorsi aveva già incontrato la titolare della Clinica Di Lorenzo, per avere lumi su tagli della Regione e licenziamenti, ha assicurato il massimo sostegno a lavoratori e sindacati. In quest’ottica il primo cittadino si farà promotore di un nuovo incontro con il Manager della Asl, Giancarlo Silveri, che ha già assicurato al sindaco la disponibilità a lavorare in sintonia, per verificare la possibilità di una soluzione al problema. “Il pareggio annunciato dal Presidente Chiodi”, ha affermato Di Pangrazio, “non può passare sulla pelle dei cittadini della Marsica e dei lavoratori, ma va fatto con il giusto equilibrio assicurando il massimo livello di qualità dell’assistenza all’intera Regione. Il taglio del budget subito dalla clinica Di Lorenzo non è stato, al pari delle altre cliniche convenzionate, dello 0,5% (percentuale già di per sé molto rilevante), ma della ben più incisiva percentuale del 9,9 %, ciò per la opinabile scelta di far gravare sulle altre aziende sanitarie convenzionate il costo della riattivazione delle strutture del gruppo Angelini. Non è tollerabile, se Asl e Regione non rivedranno il piano, passeremo alla mobilitazione del territorio”.