Avezzano. E’ stata chiusa l’inchiesta sulla clinica molisana che nel 2014 fu messa sotto sequestro dalla Procura e che portò all’arresto di 13 persone che lavoravano nella struttura per maltrattamenti ai malati psichiatrici. Alcuni di questi ricoverati erano marsicani e uno di loro, un giovane di Ovindoli, morì dandosi fuoco. La villa degli “orrori” che si trovava in provincia di Isernia, nell’ ottobre del 2014, dopo una lunga inchiesta, portò anche agli arresti domiciliari del sindaco del paese, medico della Residenza Sociale.
Proprio in questi giorni la Procura ha concluso le indagini e ha fissato per il 26 gennaio prossimo l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Isernia, Pivano. Saranno gli avvocati Gianfranco Restaino e Vittoriano Frigioni, del foro di Avezzano, a rappresentare i parenti dei malati maltrattati e percossi durante il loro soggiorno a villa Flora.. I ricoverati di “Villa Flora” pagavano una retta di 1200 euro al mese per essere trattati come “animali”. Nella richiesta di rinvio a giudizio l’accusa rimarca come i malati: “per la doccia, uomini e donne venivano denudati, fatti attendere a gruppi nel corridoio e successivamente obbligati ad asciugarsi con le lenzuola sporche, gettate a terra dagli operatori. Una scena che richiama alla mente Auschwitz”. Le indagini della Procura sono partita dopo la denuncia di un familiare di un paziente che presentava ferite sul corpo. L’inchiesta è stata lunga e laboriosa. All’inizio le ispezioni dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione non evidenziarono i trattamenti disumani ai quali gli ospiti erano sottoposti. Le violenze fisiche furono scoperte grazie all’ausilio di microspie . Alcuni video infatti hanno ripreso il personale che maltrattava i malati. La struttura tra l’altro era quasi sempre sovraffollata:ha ospitato in alcuni periodi fino a 180 pazienti, un numero superiore alla capacità ricettiva consentita, e in alcune notti a vegliare su di loro c’erano appena due infermieri. Dalle indagini emerse anche che che gli anziani, alcuni dei quali affetti da patologie anche invalidanti, come l’Alzheimer, e quindi non autonomi, e i malati psichiatrici erano chiusi a chiave e sedati per giorni, senza radio e tv, e senza la possibilità di uscire dalle proprie stanze. Alcuni ospiti erano immobilizzati con lacci legati ai letti, altri dormivano senza materasso o adoperando lenzuola sporche di escrement. Ora il 26 gennaio davanti al Gup di Isernia si ricostruirà questa brutta storia.