Avezzano. Gli operatori medico – sanitari esposti nei confronti del CoViD-19 nella struttura ospedaliera di Avezzano sono adeguatamente tutelati dal rischio contagio? La domanda sorge spontanea da un’attenta lettura dell’ultima circolare ministeriale inviata dal dicastero del ministro Speranza.
Infatti, con l’allegato 1 alla Circolare del Direttore Generale del Ministero della Salute del 3 aprile 2020, lo stesso dicastero “…considerando la rapida evoluzione epidemiologica della pandemia, e la disponibilità limitata dei test…seguendo le raccomandazioni pubblicate dalla Commissione Europea (EUCOMM) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)…” ha ritenuto di “…adottare una strategia che individui priorità per l’esecuzione dei test diagnostici per SARS-Cov…”.
Ottemperando a questa necessità, veniva così stabilito che “L’esecuzione del test diagnostico va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici/paucisintomatici e ai contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici, focalizzando l’identificazione dei contatti a rischio nelle 48 ore precedenti all’inizio della sintomatologia del caso positivo o clinicamente sospetto…l’esecuzione del test deve essere tempestiva”.
Si è voluto assicurare l’esecuzione “…agli operatori sanitari e assimilati a maggior rischio, sulla base di una sua definizione operata dalle aziende sanitarie, tenute ad effettuarla quali datori di lavoro…”, prevedendo, in caso di non capacità dei laboratori di effettuare tali analisi diagnostiche, “…di applicare, nell’effettuazione dei test diagnostici, i criteri di priorità…raccomandati dall’OMS e dalla EUCOMM…”.
E’ stato così inteso effettuare test su “…pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave (SARI)…su tutti i i casi di infezione respiratoria acuta ospedalizzati o ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali e nelle altre strutture di lunga degenza…su operatori sanitari esposti a maggior rischio (compreso il personale dei servizi di soccorso ed emergenza, il personale ausiliario e i tecnici verificatori)…; operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici…; operatori, anche asintomatici, delle RSA e altre strutture residenziali per anziani; su persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e fragili, come persone anziane con comorbidità…; su primi individui sintomatici all’interno di comunità chiuse…”.
Qualora fossero disponibili risorse sufficienti, si raccomandava di effettuare “…test diagnostici in tutti i pazienti con infezione respiratoria”.
Nell’interesse del personale sanitario, di soccorso, di emergenza, ausiliario e tecnico, ci si pone la domanda se siano stati effettuati i test predetti.
Quali sono le intenzioni dell’Azienda Sanitaria Locale? E’ in grado di fornire adeguata tutela a chi ad oggi è in prima linea nel fronteggiare l’emergenza sanitaria? A queste domande, nell’interesse della collettività, credo sia opportuno fornire una risposta.