Avezzano. E’ la cioccolata l’elisir di giovinezza. Mangiare cacao, infatti, rende gli anziani più arzilli e più lucidi. E’ quanto emerso da uno studio eseguito nella Marsica su un campione di 90 anziani. Più precisante, è stato dimostrato che i flavanoli (composti naturali del cacao), somministrati a un campione sano di anziani nel contesto di una dieta impostata sulla base di osservazioni in area geriatrica, ha migliorato l’attività cognitiva con pensiero più veloce e memoria più vivida. Lo studio è stato pubblicato sull’American journal of clinical nutrition, magazine scientifico tra i cento più influenti al mondo in biologia e medicina. Un editoriale di Miguel Alonso-Alonso, uno dei più quotati esperti del settore, ha illustrato i risultati del lavoro dell’ospedale marsicano. La ricerca è il prolungamento di un altro studio del 2012 portato a termine sempre dall’ospedale di Avezzano e che riguardava soggetti della terza età affetti da Alzheimer e a cui venne data ampia risonanza da un’importante rivista scientifica internazionale. La ricerca “made in Marsica”, che ha attraversato l’Atlantico, porta di nuovo la firma del prof. Giovambattista Desideri, docente dell’università dell’Aquila e direttore del reparto di Geriatria dell’ospedale di Avezzano. E’ emerso che assumendo diversi dosaggi di flavanoli del cacao, nel giro di alcune settimane si assiste a un miglioramento della funzionalità cerebrale degli anziani. Il miglioramento delle performance mentali osservato negli anziani, è riconducibile a effetti diretti dei composti naturali della sostanza sul cervello o, come ipotizzano i ricercatori, a un miglioramento del metabolismo degli zuccheri? La ricerca potrebbe indicare un sentiero inesplorato per trovare la chiave contro il declino cerebrale causato dall’invecchiamento. “La pubblicazione della nostra ricerca su una rivista così prestigiosa”, ha affermato Desideri, “è motivo di grande soddisfazione perché rappresenta il riconoscimento tangibile della qualità del lavoro svolto da un team di ricercatori molto affiatato. L’indiscutibile interesse che la testata scientifica ha riservato alla nostra ricerca dimostra come anche le realtà assistenziali più ‘periferiche’ rispetto ai circuiti mondiali della ricerca scientifica possano fornire, con dedizione e impegno, un contributo importante al progresso delle conoscenze”.
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