Avezzano. “Seppur viviamo in uno Stato laico non si può che plaudire al sostegno dato dai vescovi delle diocesi di Avezzano, Chieti-Vasto, Lanciano-Ortona e Sulmona-Valva alla causa dei tribunali non provinciali, i cosiddetti minori termine che la Uil per ovvie ragioni non utilizzerà mai”: ad affermarlo sono Franco Migliarini, segretario generale UIL PA Abruzzo e Mauro Nardella, componente della segreteria confederale CST UIL Adriatica Gran Sasso con delega alla Pubblica Amministrazione.
“Nelle loro motivazioni”, sottolineano Migliarini e Nardella, “hanno centrato tutto quanto di negativo potrebbe scaturire qualora si facessero valere anche per i tribunali di Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano le nefaste direttive proprie del dlgs 155/2012 ( decreto che ha ridisegnato la geografia giudiziaria ) portando tanti tribunali a chiudere i battenti. Condividiamo con loro quando affermano che a pagare le conseguenze della chiusura anche di questi presidii sarebbero i più deboli, le tante persone che hanno bisogno di ricorrere alla giustizia e che hanno pochi mezzi per farlo con inevitabile pericolo di rinunciare alle cure degli stessi nel caso ne avessero necessità”.
“A loro”, precisano Migliarini e Nardella, “la UIL PA Abruzzo aggiunge i nomi dei tanti lavoratori del settore i quali sarebbero costretti, qualora passasse la linea dura della chiusura, a fare le valigie ed abbandonare sedi che li ha visti per decenni protagonisti indiscussi dell’attività amministrativa delle sedi di appartenenza. Condividiamo altresì il pensiero dell’avvocato Gianluca Presutti, presidente della Camera Penale del Tribunale di Avezzano, laddove afferma che la riforma della geografia giudiziaria si è rivelata fallimentare soprattutto se si va ad inquadrare la situazione delle realtà in cui sono già stati effettuati gli accorpamenti dei tribunali. Laddove cioè la nuova situazione si scontra con le esigenze dei cittadini e del territorio ed ai quali io ci aggiungerei anche quelle dei lavoratori. Così come non si può che elogiare quanto prodotto dal presidente dell’ordine degli avvocati di Sulmona Luca Tirabassi, persona che si sta spendendo tanto per la causa, nell’elaborazione che sta facendo di un disegno di legge finalizzato alla riforma della geografia giudiziaria. Non si può infatti che appoggiare il fatto che il proposito del dlgs 155/201 vada assolutamente rivisto. Nove anni sono stati sufficienti per smentire chi ne paventava vantaggi con il suo avvento”.
“Oggi che si vorrebbe una riforma della Giustizia che preveda processi più celeri sarebbe ancora più grave pensare ad una riduzione degli uffici giudiziari ovvero degli organi preposti al disbrigo delle competenti pratiche. A tutto questo devono guardare i nostri parlamentari. Ad alcuni di essi va comunque dato il merito di aver raggiunto il risultato di essersi visto dichiarato ammissibile dalle commissioni l’emendamento che ne chiede lo slittamento della chiusura a settembre 2024. Ora però i parlamentari devono fare di più. Devono mettere in “stato di accusa” un decreto legislativo”, chiosano Migliarini e Nardella, “che ha prodotto più danni che vantaggi e trasformarlo in un atto che ridia vigore alla giustizia territoriale riproponendo aperture e non imponendo chiusure”.