Avezzano. Continua la polemica riguardo la chiusura dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto. Il consigliere della Regione Abruzzo, Maurizio Di Nicola, ha scritto una lettera al presidente vicario della Regione Giovanni Lolli, al al fine di portare al tavolo della Conferenza Stato-Regioni di domani questo tema, per fare chiarezza sugli intendimenti del Governo del Cambiamento. “Le recenti dichiarazioni del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede”, afferma in una nota Di Nicola, “in materia di revisione della riforma della geografia giudiziaria, però, vanno in direzione diametralmente opposta rispetto all’impegno sottoscritto da Lega e M5S nel famoso contratto”.
“Giova ricordare che i quattro Tribunali”, continua il consigliere, “sarebbero stati chiusi nel mese di settembre appena trascorso, se non fosse arrivato il provvedimento di proroga inserito dall’allora Governo nel D.L. 9 febbraio 2017, n. 8, convertito con modificazioni dalla L. 7 aprile 2017, n. 45, che, di fatto, mantiene in vita questi importanti presidi di giustizia fino al 13 settembre 2020”.
“Appare del tutto evidente che tale configurazione”, afferma Di Nicola, “se attuata, penalizzerà i cittadini della nostra regione ed in particolar modo di quei territori ricadenti nelle province di Chieti e Pescara, dov’è previsto un solo Tribunale per provincia, nonostante esse siano più estese rispetto ad aree provinciali di altre regioni nei quali, invece, ne sono stati mantenuti tre”.
“Questa decisione allontanerà ancor di più lo Stato dai cittadini”, precisa il consigliere abruzzese, “con conseguente impatto negativo non solo in termini economici per famiglie e imprese, ma anche sul piano sociale: laddove lo Stato arretra, la criminalità organizzata avanza. E su quest’ultimo aspetto, l’incremento dei dati relativi a iscrizioni, definizione e pendenze per i reati di competenza della DDA tracciano uno scenario davvero inquietante sul futuro”.
“La Regione Abruzzo è stata impegnata da sempre nella difesa dei Tribunali”, spiega Di Nicola. “Con i Consigli regionali di Marche, Liguria, Campania, Calabria, Puglia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Basilicata, nel 2014 il Consiglio regionale d’Abruzzo è stato capofila nella proposizione di un referendum abrogativo per cancellare questa riforma. Le proposte referendarie, però, non hanno superato il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale, che già in precedenza aveva respinto un altro quesito proposto sul tema nella precedente Legislatura”.
Nel punto 12, alinea 3, del “Contratto per il Governo del Cambiamento”, le due forze politiche che compongono la maggioranza (Lega – M5S) si erano impegnate a sottoscrivere che “Occorre una rivisitazione della geografia giudiziaria – modificando la riforma del 2012 che ha accentrato sedi e funzioni – con l’obiettivo di riportare tribunali, procure ed uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle imprese”. Le recenti dichiarazioni rilasciate al Congresso Nazionale Forense dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, però, hanno spento gli entusiasmi iniziali. Da quanto riportato da fonti giornalistiche , il titolare del Dicastero ha ribadito che «non c’è possibilità di riaprire i tribunali che sono stati chiusi […] ed ha concluso promettendo “l’apertura di sportelli di prossimità, dislocati nei centri che hanno subito la soppressione degli uffici giudiziari. Questo con l’obiettivo di evitare, per quanto possibile, che i cittadini debbano sempre recarsi presso le sedi accorpanti”. Una palese contraddizione che ha provocato allarme e preoccupazione.
“Al fine di chiarire gli intendimenti del Governo sulla promessa di modifica della riforma della geografia giudiziaria”, conclude Di Nicola, “le chiedo, gentile Presidente, di valutare l’opportunità di rappresentare al tavolo della Conferenza Stato-Regioni di domani 22 novembre, nella sua funzione consultiva e di interscambio di dati ed informazioni per una leale collaborazione Istituzionale tra Amministrazioni centrali e Regioni, la trattazione di questa annosa questione nelle modalità e nei termini previsti dalla disciplina che regola tale organismo”.